La Grecia ha recentemente pubblicato il Piano Marittimo Spaziale (MSP), suscitando reazioni forti dalla Turchia. Ankara accusa Atene di violare i suoi diritti marittimi nel Mar Egeo e nel Mediterraneo Orientale. Il piano, obbligatorio per gli Stati membri dell’Unione Europea, mira a gestire in modo sostenibile le risorse marittime. Tuttavia, ha suscitato polemiche a causa delle zone contestate tra i due Paesi.
La Turchia afferma che alcune aree delineate nel piano greco si sovrappongono alle sue rivendicazioni territoriali. Atene, dal canto suo, minimizza la reazione, sostenendo che il piano non viola la sovranità turca. La situazione rimane delicata e complessa, con implicazioni politiche e geopolitiche rilevanti.
Il ministero degli Esteri turco ha condannato duramente la decisione greca di pubblicare il Piano Marittimo Spaziale (MSP). Ha sottolineato che alcune aree del piano violano i diritti di Ankara nel Mar Egeo e nel Mediterraneo Orientale. La Turchia ha anche affermato che, sebbene l’iniziativa greca fosse presentata come un obbligo dell’Unione Europea, non considera le legittime rivendicazioni di Ankara.
Il governo turco ha definito il piano greco un atto “unilaterale” e ha ribadito l’importanza di trovare una soluzione condivisa attraverso il dialogo e la cooperazione internazionale. La Turchia ha poi ribadito la validità della sua dottrina del “Blue Homeland”, che definisce le sue rivendicazioni nel Mar Egeo e nel Mediterraneo Orientale. Le autorità turche hanno chiarito di non riconoscere alcuna mappa che non rispetti queste rivendicazioni.
Il Piano Marittimo Spaziale (MSP) della Grecia è stato sviluppato per soddisfare gli obblighi imposti dall’Unione Europea agli Stati membri. Secondo la Direttiva 2014/89/UE, tutti i Paesi costieri dell’UE sono tenuti a creare un piano per la gestione delle risorse marittime e delle attività economiche, come la pesca, il turismo, l’energia rinnovabile e la protezione ambientale, entro il 2021.
La Grecia, purtroppo, ha superato di più di quattro anni il termine stabilito, trovandosi sotto la minaccia di una possibile multa da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver adempiuto ai suoi obblighi in tempo.
Il piano greco mira a promuovere una gestione sostenibile delle risorse marine, con l’intento di preservare gli ecosistemi marini e favorire lo sviluppo economico in modo equilibrato. La mappa allegata al piano delinea i confini marittimi della Grecia, inclusi i suoi diritti sulle isole, sullo spazio aereo e sulle acque territoriali. La Grecia afferma che la creazione di questo piano non intende risolvere le dispute territoriali con la Turchia, ma piuttosto mirare a una gestione ordinata delle risorse marittime, che includa attività come la pesca, la navigazione, la protezione ambientale e lo sviluppo delle energie rinnovabili, tra cui l’eolico offshore.
La mappa del piano marittimo greco (Fonte: Greek City Times).
Le rivendicazioni turche nel Mar Egeo e nel Mediterraneo Orientale sono storicamente legate alla dottrina del “Blue Homeland”, una visione strategica che rivendica ampie porzioni di mare, inclusi ampi tratti dell’Egeo e del Mediterraneo, come zone di competenza esclusiva della Turchia. Questa visione è stata ampiamente sostenuta dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e dalle autorità turche, che considerano queste aree come parte integrante della sicurezza e degli interessi economici nazionali.
Tuttavia, la Grecia respinge questa visione, sostenendo che le isole greche hanno il diritto di esercitare le stesse rivendicazioni marittime delle terre emerse. Questo è il punto centrale del conflitto tra i due Paesi. Mentre la Grecia si affida alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che riconosce il diritto delle isole di avere acque territoriali e zone economiche esclusive, la Turchia non ha ratificato l’UNCLOS e contesta l’interpretazione greca di tale trattato.
Ankara considera alcune isole greche nel Mar Egeo troppo vicine alla sua costa per giustificare l’assegnazione di aree marittime così ampie, sostenendo che ciò limita il suo diritto di accesso alle risorse naturali nel Mediterraneo Orientale. La disputa riguarda in particolare le acque intorno alle isole di Imia, Kastellorizo e altre piccole isole nell’Egeo, che sono contese dalle due nazioni.
Nonostante le crescenti tensioni, sia la Grecia che la Turchia hanno ribadito la volontà di continuare il dialogo. Tuttavia, la questione del piano marittimo ha ulteriormente complicato le negoziazioni, che sono state già ostacolate da anni di disaccordi territoriali.
La Grecia ha cercato di mantenere un basso profilo in questa disputa, sperando di evitare un’escalation, mentre la Turchia ha insistito sulla necessità di trovare un accordo bilaterale basato su una cooperazione equa e rispettosa dei diritti marittimi di entrambe le parti.
In questo contesto, il ruolo delle organizzazioni internazionali, come l’Unione Europea e le Nazioni Unite, diventa fondamentale per facilitare il dialogo tra i due Paesi. La comunità internazionale ha più volte sollecitato Atene e Ankara a risolvere pacificamente le loro divergenze, evitando l’uso della forza o della coercizione.
Un’altra sfida che impedisce una risoluzione è il problema delle risorse naturali nel Mediterraneo Orientale. La scoperta di ingenti giacimenti di gas e petrolio nelle acque contese ha reso la situazione ancora più delicata, poiché entrambe le nazioni vogliono avere il controllo su queste risorse strategiche.
Il ministro degli Affari Esteri turco Hakan Fidan e il ministro degli Affari Esteri greco Giorgos Gerapetritis (Fonte: Greek City Times).
La comunità internazionale ha cercato di intervenire in vari modi per facilitare il dialogo e ridurre le tensioni tra Grecia e Turchia. Le organizzazioni internazionali, come l’ONU e l’UE, sono state coinvolte nel monitoraggio della situazione e nella promozione di negoziati. Tuttavia, nonostante i numerosi tentativi di mediazione, la disputa marittima continua a persistere.
L’Unione Europea ha esortato entrambi i Paesi a trovare una soluzione diplomatica basata sul rispetto del diritto internazionale e sui principi di buona vicinanza. La posizione della Grecia, che ha fatto riferimento alla necessità di risolvere la questione in modo pacifico e in conformità con le leggi internazionali, trova un riscontro nella stessa posizione turca, sebbene con approcci leggermente diversi. Le forze politiche di entrambe le nazioni riconoscono che il dialogo è essenziale, ma i conflitti di interesse e la percezione di minacce territoriali complicano qualsiasi possibile risoluzione.
Nel frattempo, la situazione rimane tesa, con il rischio che ulteriori sviluppi legati al piano marittimo e alle rivendicazioni territoriali possano portare a nuove frizioni nel Mediterraneo Orientale, una regione già segnala da conflitti e divergenze geopolitiche.
Fonte Immagine in Evidenza: greekcitytimes.com
Marco Francese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.