Il 23 marzo 2021 il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha approvato, con 30 voti a favore, 15 contro e 2 astenuti, una risoluzione per chiedere lo stop delle sanzioni economiche imposte ad alcuni paesi da parte di altri. L’ Azerbaijan, con la Cina e i Territori Palestinesi hanno presentato all’ ONU il documento intitolato “The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights”, in cui si esprime “grande preoccupazione per l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sui diritti umani”, e si mettono in relazione le sanzioni economiche con la sopravvivenza e il benessere di milioni di persone nel mondo. In pratica, lo sviluppo dei diritti umani non ha luogo, se le persone non hanno accesso a beni e servizi necessari a causa dell’embargo.
Tra i paesi sottoposti alle sanzioni, che la risoluzione chiedeva di abolire, ci sono: Cuba, Venezuela, Siria e Iran. Nel caso specifico di Cuba, l’isola è sottoposta da oltre 60 anni al blocco economico da parte degli USA, sanzioni che appaiono oggi ancora più dure considerando il momento di crisi dovuto all’emergenza Covid-19. La risoluzione alla fine è stata approvata dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ma l’Italia è stata uno dei paesi che ha votato contro la fine dell’embargo, con Austria, Brasile, Bulgaria, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Isole Marshall, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca e Ucraina.
La scelta dell’Italia all’Onu ha comunque destato scalpore per molti motivi, uno fra tutti di triste attualità. Infatti, nessuno può dimenticare che il governo cubano, un anno fa, in piena pandemia, inviò in Italia un gran numero di medici e infermieri specializzati nel trattamento delle malattie infettive, per aiutare il popolo italiano che lottava contro un nemico ancora sconosciuto, in uno scenario di crisi sanitaria senza precedenti. I medici cubani, che prestarono la loro opera a titolo gratuito a Crema e a Torino, rischiando la loro vita (non vi era ancora alcun tipo di vaccino in uso), curarono tanta gente affetta dal covid19, e al loro rientro in patria a giugno, furono salutati affettuosamente dagli italiani che li avevano soprannominati “hermanos de Cuba”.
Molti italiani si sono indignati poiché il Governo, votando contro una risoluzione chiesta persino da Papa Francesco, ha di fatto voltato le spalle al Paese che aveva aiutato il nostro tricolore durante la crisi sanitaria. Il popolo cubano, ad ogni modo, non è stato a guardare. Nella giornata del 29 marzo centinaia di persone hanno manifestato a L’Avana, sfilando a bordo di auto e moto, per chiedere agli Stati Uniti di revocare l’embargo contro Cuba.
La protesta ha avuto luogo non solo nella capitale, ma anche in altre grandi città del mondo. I manifestanti hanno chiesto a gran voce al Governo degli Stati Uniti e al nuovo Presidente Joe Biden, la fine del blocco contro Cuba, sperando in una nuova apertura del Governo statunitense nei confronti dell’isola caraibica.
Marco Vasta
Fonte foto: Ernesto Mastrascusaepa
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