Primo via libera della Commissione Affari Costituzionali, la proposta di legge elettorale approda a Montecitorio
Dopo quasi un’intera giornata di dibattito e votazioni su ogni emendamento, il Rosatellum Bis ha superato l’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, che ha votato il mandato al relatore Emanuele Fiano a riferire in Aula. Al momento del voto non ci sono state sorprese, la proposta di legge elettorale avanzata dal Pd ha ottenuto il favore di Forza Italia, Lega, Ap, Ala, Direzione Italia, Scelta civica e Civici e innovatori, mentre hanno palesato il proprio dissenso Fratelli d’Italia, il Movimento 5 Stelle, Sinistra Italia, Mdp e Alternativa libera. Il voto alla Camera è previsto per oggi alle 15. Rispetto al testo originale, tuttavia, sono state apportate alcune modifiche.
Primo fra tutti è stato bocciato l’emendamento “anti-Berlusconi”, che impediva di indicare come capo della coalizione una persona incandidabile, ossia chiunque «in base alle leggi vigenti non possa essere candidato e non possa comunque ricoprire la carica di deputato». Una vittoria per Forza Italia, che era stata la prima a gridare all’accanimento contro il Cavaliere, sostenendo si trattasse di una legge ad personam, ma anche per i verdiniani di Ala, improvvisati promotori della libertà di associazione. La seconda modifica approvata in commissione riguarda la norma di genere, in quanto la proporzione delle quote di genere di 60 e 40 previste dal testo base, dovrà essere rispettata per i collegi del Senato a livello regionale e non più nazionale.
È stato, poi, approvato l’emendamento Mazziotti, con cui gli avvocati abilitati in Cassazione sono stati aggiunti alle figure atte a certificare le firme elettorali. Si tratta di un passo importante, visto che in precedenza si era costretti a recarsi unicamente dai consiglieri comunali. Conseguentemente, è stato votato anche l’emendamento del deputato fittiano Distaso, che dimezza alla Camera il numero di firme richieste e al Senato quelle di chi si candida in tutte le Regioni: concretamente, per candidarsi alla Camera serviranno almeno 750 firme per collegio uninominale e 750 per presentarsi in tutte le regioni al Senato. È ancora il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Andrea Mazziotti, il promotore dell’emendamento per trasferire, nella legge elettorale, la norma che prevede che i partiti iscritti nell’apposito registro depositino lo statuto. In tale contesto ci si rivolge al Movimento 5 Stelle, non iscritto nel registro dei partiti, applicando il dovere di presentare una dichiarazione in cui viene esplicitato chi sia il legale rappresentante, quali siano gli organi, i simboli e altri elementi di trasparenza che finiranno online sul sito del Ministero dell’Interno.
Alcune novità riguardano anche la scheda elettorale: alle prossime elezioni essa sarà dotata di un tagliando anti-frode. Ogni scheda, infatti, avrà un tagliando removibile recante un codice alfanumerico progressivo che sarà rimosso e conservato dall’ufficio elettorale prima dell’inserimento della scheda nell’urna. E ancora, dopo il dibattito in commissione le pluricandidature sono aumentate da 3 a 5 ed è passata la proposta di Mdp di estendere la deroga dalla raccolta delle firme a tutti i gruppi costituiti entro aprile 2017, in modo da comprende lo stesso Articolo 1. È stata bocciata, infine, la modifica che prevedeva l’indicazione di un programma elettorale comune della coalizione. Ogni lista, dunque, dovrà presentare il proprio programma e il proprio capo politico.
Francesca Santi
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