Si vota oggi in Commissione Affari costituzionali della Camera il testo della nuova legge elettorale, depositato dal PD
Lo scorso venerdì, il PD ha presentato alla Commissione Affari costituzionali della Camera il nuovo testo base della legge elettorale, ribattezzata Rosatellum bis dal nome del capogruppo del PD alla Camera, Ettore Rosato, già autore di una proposta analoga prima dell’estate. La legge, che si colloca fra criterio proporzionale e maggioritario presentandosi per certi versi molto simile al Mattarellum, si voterà oggi in Commissione Affari costituzionali, mentre è stato fissato per mercoledì alle 17 il termine ultimo per presentare gli emendamenti.
Il testo prevede che il 36% dei seggi venga assegnato con un sistema maggioritario basato su collegi uninominali, mentre il restante 64% sia assegnato con criteri proporzionali. È stata inserita, inoltre, una soglia di sbarramento al 3% per i partiti che si presenteranno da soli, e al 10% per le coalizioni. La principale differenza con la legge elettorale attualmente in vigore (un proporzionale puro), dunque, risiede proprio nell’incentivo a coalizzarsi. Sono consentite candidature plurime solo per la parte proporzionale e per un massimo di tre, mentre per quanto riguarda il maggioritario nessuno può essere candidato in più di un collegio uninominale. Non è poi ammesso il voto disgiunto, quindi la possibilità di votare un candidato al collegio uninominale e una lista diversa da quelle che lo sostengono. Al momento del voto, infatti, l’elettore, scegliendo un candidato nel collegio uninominale voterà automaticamente anche il listino proporzionale della coalizione che lo appoggia. Per quanto concerne proprio questi ultimi, i listini avranno dai 2 ai 4 candidati. Tuttavia, se l’elettore dovesse indicare, sulla scheda elettorale solo il nome del candidato, senza scegliere nessuna delle liste che lo appoggiano, tale voto sarà ridistribuito in modo proporzionale a seconda di quanti voti abbiano ricevuto le varie liste della coalizione.
Se il precedente tentativo di legge elettorale era miseramente fallito a causa soprattutto dei voti contrari di Forza Italia e di alcuni esponenti interni allo stesso PD, in settimana il relatore della proposta, Emanuele Fiano (PD), ha avviato le consultazioni, auspicando un consenso significativo da quasi tutti i gruppi parlamentari. Quasi, perché il Movimento 5 Stelle ha disertato l’incontro additando il testo come “anticinquestellum”: «una legge incostituzionale contro il M5S, quindi, con tutto quello che abbiamo da fare in questi giorni, non perderemo tempo, neanche un istante, a discuterla. Non andrò in Commissione a perdere tempo con chi vuole fare del male alla principale forza politica del paese cercando di creare una coalizione unica contro di noi» è quanto affermato dal deputato pentastellato Danilo Toninelli.
Una bocciatura netta è giunta anche da Mdp, in cui Bersani ha dichiarato di preferire una proposta più orientata al proporzionale e Speranza ha ribattezzato la legge “imbrogliellum” «il frutto amaro dell’ennesimo patto Renzi-Berlusconi». Di opinione diametralmente opposta si è dimostrata questa volta Forza Italia, che ha già assicurato un primo via libera alla Camera. «Aspettiamo di leggere ovviamente i contenuti e vedere il calendario, ma noi pensiamo che questa nuova proposta possa essere presa in seria considerazione» ha affermato Renato Brunetta. Per il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, inoltre «va assecondato in ogni modo il tentativo che si sta compiendo alla Camera di trovare un accordo su di una messa a punto del sistema elettorale per assicurare l’omogeneità delle due Camere». Concorde è anche il presidente del Gruppo Misto alla Camera, Pino Pistacchio, il quale ha sostenuto la necessità di ottenere al più presto una legge elettorale così da poter pensare alle più possibili imminenti elezioni. Tuttavia, benché molti dem sperino ancora di guadagnare l’appoggio di Pisapia, grazie alla previsione di coalizione nei 231 collegi uninominali, c’è anche chi, come Massimo D’Alema, si affretta a prendere le distanze da quell’ormai utopistico centrosinistra: «Se si pensa a fare una porcheria ai nostri danni, una legge pastrocchio con la Lega, siamo pronti a non votare la fiducia. Non è possibile subire di tutto e reggere il moccolo al governo». Sono comunque attese per oggi le votazioni e agli impazienti di sapere quale destino attende il Paese il Ministro Orlando ha risposto in modo Battistiano: «Lo scopriremo vivendo».
Francesca Santi
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