Negli ultimi giorni si parla spesso della questione inerente l’indipendenza catalana, sebbene in pochi sappiano quale siano le motivazioni storiche e politiche che hanno indotto una grandissima fetta degli abitanti della Catalogna a richiedere l’indipendenza. Il primo ottobre prossimo, inoltre, potrebbe aver luogo il referendum per ottenere realmente una condizione di separatezza dallo stato spagnolo, nonostante l’opposizione fortemente repressiva del Primo ministro Mariano Rajoy. Il Tribunale Costituzionale spagnolo, tuttavia, ritiene incostituzionale il referendum. Pertanto, la guardia civile spagnola ha disposto l’arresto di alcuni degli esponenti di maggior rilievo dell’indipendentismo e la distruzione di parte del materiale necessario all’indizione della consultazione popolare.
La reazione del governo della regione è stata netta e decisa: «I cittadini sono convocati l’1 ottobre per difendere la democrazia da un regime repressivo e intimidatorio. Pensiamo che il governo spagnolo abbia oltrepassato la linea rossa che lo separava dai regimi autoritari e repressivi» si legge dal comunicato ufficiale su Twitter. Le radici della nazione catalana trovano il loro fondamento storico nell’esperienza delle contee dell’Impero Carolingio, le quali erano titolari di una propria sovranità fino al 1714, quando in occasione della guerra di seccessione furono sottomesse dalla corona spagnola. La data dell’11 settembre 1714 rappresenta il tramonto della nazione della Catalogna, motivo per cui si celebra annualmente El diada nacional de Catalunya e in ogni incontro calcistico disputato al Camp Nou i tifosi del Barcellona, al minuto 17.14, intonano cori a favore dell’indipendenza. Da lì in poi furono numerosi i partiti politici che cercarono di imporsi per portare alla rifondazione della nazione autonoma catalana, che possiede una propria bandiera, un proprio inno, una propria lingua che tutta la popolazione rivendica con orgoglio. Nel 1979 fu approvato il nuovo statuto dell’autonomia, che riconosceva la condizione di autonomia della Catalogna.
Nel 2006 fu poi approvata una nuova normativa che riconosceva al governo della comunità una forma ancora più estesa di indipendenza, soprattutto in ambito finanziario. Le disposizioni qui menzionate furono poi dichiarate illegittime dal Tribunale costituzionale, suscitando la reazione della comunità catalana che portò alla nota manifestazione del 10 luglio 2010, in occasione della quale migliaia di cittadini a Barcellona protestarono al grido di «Som una nació, nosaltres decidim»: siamo una Nazione e vogliamo decidere. La decisione definitiva potrebbe arrivare molto a breve, se dovessero svolgersi le procedure necessarie alla consultazione popolare il cui esito sarebbe ormai segnato. Negli ultimi anni la spinta dei partiti indipendentisti è cresciuta in maniera spropositata, tra cui una delle forze politiche di governo, Esquerra Republicana de Catalunya (ERC). La forte crisi economica che affligge i cittadini catalani e le misure repressive recentemente adottate hanno portato all’esasperazione una comunità che non sente di far parte della Spagna, o forse non lo ha mai sentito.
Francesco Laneri
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