Il governo di Israele e Hamas hanno raggiunto l’accordo per una pausa umanitaria di quattro giorni per permettere il rilascio di 50 ostaggi detenuti a Gaza, in cambio di 150 prigionieri in Israele. Ciò, inoltre, permetterebbe l’ingresso di aiuti umanitari nell’enclave assediata. Nella fattispecie, l’accordo riguarda (da entrambe le parti) la liberazione di donne e bambini.
L’accordo è stato raggiuto dopo la negoziazione in segreto di Qatar, Usa e Egitto. Washington ha affermato che tra gli ostaggi ci sarebbero anche tre cittadini americani. La maggior parte degli ostaggi a Gaza sono israeliani, ma la metà hanno doppia nazionalità, tra cui tedesca, francese, russa, argentina, thailandese. Da notare, però, come non tutti gli ostaggi sono detenuti da Hamas. Alcuni, infatti, sono nelle mani della Jihad islamica palestinese, una fazione estremista separata, e di altre bande criminali di Gaza. Il rilascio avverrà attraverso il valico di Rafah e gli ospedali in Israele accoglieranno le persone rilasciate.
L’accordo, inoltre, consentirà a centinaia di camion umanitari con medici e carburante di entrare a Gaza con Israele che si sarebbe impegnata a non attaccare o arrestare nessuno in tutta la Striscia durante il periodo di tregua.
Secondo le informazioni rilasciate delle autorità di Gaza, l’esercito israeliano ha raso al suolo vaste zone della Striscia, governata da Hamas, uccidendo 13.000 civili e lasciando senza dimora due terzi dei suoi 2,3 milioni di abitanti. L’accordo in questione segna la prima tregua in oltre 6 settimane di conflitto.
L’accordo rappresenta un grande colpo di propaganda per Hamas e una vittoria personale per il leader del gruppo terrorista Yahaya Sinwar, secondo la visione di Israele.
Il ministro della Giustizia israeliano ha reso nota una lista con i nomi di 300 persone prigioniere palestinesi che saranno rilasciate. Secondo fonti statunitensi, i primi ostaggi saranno rilasciati già da domani mattina e il loro numero potrebbe crescere. Infatti, l’accordo prevede una “clausola incentivo”, a cui i tre ministri di estrema destra si sono opposti fino alla fine: ogni 10 ostaggi rilasciati da Hamas, la tregua sarà allungata di un giorno. La clausola non riporta però informazioni sul possibile aumento anche del numero dei prigionieri palestinesi rilasciati.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, l’ha definita una “decisione giusta”, affermando però che in seguito alla pausa la guerra riprenderà. “Il governo israeliano è impegnato a riportare a casa tutti gli ostaggi. Stasera ha approvato l’accordo proposto come prima tappa per raggiungere questo obiettivo”, si legge nella dichiarazione ufficiale del governo pubblicata nella notte.
Le promesse di Biden
Joe Biden dalla Casa Bianca fa sapere che: “L’accordo dovrebbe riportare a casa altri ostaggi americani e non mi fermerò finché non saranno tutti rilasciati“. Inoltre, la prossima settimana arriverà in Medio Oriente per una nuova visita il segretario di Stato americano Antony Blinken. Europa, Russia e Cina, infine, hanno accolto con favore questa tregua, vedendola come un punto di partenza per seri colloqui di pace.
Fonte immagine in evidenza: AGI
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