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Aborto a rischio in Italia? Dopo il caso americano, ecco le dichiarazioni dei politici italiani
01 Luglio 2022
Best politikAttualità

Aborto a rischio in Italia? Dopo il caso americano, ecco le dichiarazioni dei politici italiani

Home » Best politik » Aborto a rischio in Italia? Dopo il caso americano, ecco le dichiarazioni dei politici italiani

Aborto in Italia, la legge e la dura realtà

In questi giorni siamo stati inondati di informazioni riguardo la tematica dell’aborto in America. Quello che è successo è semplice da spiegare ma per molti è complesso da “accettare”. La Corte suprema americana ha abolito la sentenza “Roe vs Wade” che nel 1973 aveva legalizzato l’aborto. Un avvenimento di tale portata non può restare chiuso tra le mura americane.

Il diritto all’aborto è un diritto storico e riguarda tutte le donne del mondo. È comunque “normale” che le donne italiane possano sentirsi più vicine alle leggi del proprio Stato. Cerchiamo quindi di capire come l’Italia si pone nei confronti dell’aborto, qual è la legge vigente e se negli ultimi giorni è cambiato qualcosa.

Quarantaquattro anni fa l’Italia si unì alla lista di paesi che consentivano l’aborto. Il senato ha approvato la legge che permetteva l’interruzione della gravidanza il 22 maggio del 1978 con 160 si e 148 no, permettendo alla legge 194 di entrare in vigore. Nonostante legalmente in Italia le donne abbiano il diritto all’aborto, sono tante le donne che hanno parlato con rabbia di medici obiettori di coscienza, di cliniche che rifiutavano di aiutarle, di sguardi inappropriati, insulti e veri e propri lavaggi del cervello. Recentemente, per dar loro ulteriore voce, si è esposta anche Giorgia Soleri, in un’intervista rilasciata a “la Repubblica”. Giorgia ha affermato: “Il diritto all’aborto nei fatti è difficilissimo da ottenere. Si viene spesso giudicate dal personale medico e da persone esterne. La si vive come un’esperienza negativa, mi è stato addirittura detto che sono un’assassina. E’ stato umiliante. Quando mi sono presentata in consultorio la prima cosa che mi ha detto la ginecologa è stata ‘ah voi giovani, che sco*ate senza contraccettivi e poi pensate di abortire così’, e non sapeva niente della mia storia“.

Dopo le scelte dell’America, in Italia cambierà qualcosa?

La Corte suprema degli Stati Uniti ha affidato a ciascuno stato la competenza di decidere come regolamentare l’aborto. Da venerdì, subito dopo la sentenza, 9 stati americani hanno vietato l’aborto e si prevede che nelle prossime settimane altri 12 stati prenderanno la stessa decisione. Secondo gran parte dei politici italiani, in Italia la legge in merito all’aborto non sarebbe a rischio, nonostante le molteplici difficoltà che le donne riscontrano nell’atto pratico. Il ministro della salute Roberto Speranza ha commentato così la vicenda americana: “Cancella mezzo secolo di battaglie per i diritti delle donne, non dobbiamo mai considerare un progresso come acquisito per sempre, ma continuare a batterci ogni giorno perché non si torni mai più indietro”.

Anche i politici di destra sostengono che pur essendo dalla parte della vita, le decisioni in merito alla gravidanza spettano alle donne. Negli ultimi giorni ha fatto invece molto discutere la dichiarazione del senatore Simone Pillon che in un post sui social ha scritto: “Una grandissima vittoria: la Corte suprema ha abrogato l’aborto negli USA! Ora portiamo anche in Italia il diritto alla vita di ogni bambino. Lavoreremo per questo”. Nonostante tutto, attualmente la maggior parte dei politici italiani ha dichiarato: “Qui da noi nessun ritorno al novecento”.

Alessia Miceli

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