VERSAILLES- Tra i suoi viali passeggiarono conti, duchi, re e regine, i suoi giardini furono testimoni di intrighi, amori, scandali, strategie politiche; le sue mura trasudano ancora la storia di cambiamenti e rivoluzioni. Il Palais de Versailles è oggi l’emblema di un tempo assai remoto, di un mondo che non esiste più: quello della monarchia francese con i suoi eccessi e con la sua raffinatezza. Il lusso e la magnificenza sono, più d’ogni altra cosa, i tratti distintivi di questo meraviglioso luogo. Quanti, dunque, non amerebbero trascorrervi un soggiorno all’insegna della regalità e dell’eleganza? Roba da aristocratici, o forse no. Tra qualche anno, infatti, sarà possibile soggiornare alla corte del Re Sole come veri nobili d’altri tempi. La reggia di Versailles, o meglio una vasta ala di questo immenso castello, diverrà ben presto un hotel di lusso. La decisione è stata presa dall’amministrazione del famoso monumento e già una gara d’appalto è stata avviata per determinare l’assegnazione di tre edifici interni del complesso, che dovranno assumere le caratteristiche di un vero e proprio albergo.
L’hotel occuperà le costruzioni del Petit Contrôle, del Pavillon des premières cent marches e del Grand Contrôle, uno dei palazzi preferiti da Luigi XIV. Quest’ala del castello fu la dimora di molti personaggi di spicco del regno del Re Sole, uno fra tutti Jacques Necker, padre di Madame de Staёl. I clienti non potranno entrare dall’ingresso principale, eccezion fatta per le visite, bensì potranno accedere all’hotel dalla rue de l’Indépendance americane. Godranno, comunque, della magnifica vista dell’Orangerie e delle sue splendide piante d’arancio originarie dell’Italia, della Spagna e del Portogallo.
Di certo non si sono fatte attendere le critiche e le polemiche di quanti vedono in tale iniziativa una mancanza di rispetto per la storia del Paese e per la Francia stessa. Secondo questi tradizionalisti la Reggia di Versailles sarebbe un patrimonio dei cittadini francesi ( il monumento è di proprietà dello Stato) e, quindi, non cedibile a privati per finalità di mercato. C’è da dire, però, che l’hotel occuperà solo tre edifici, allineati l’uno dietro l’altro, i quali, tra l’altro, sono esclusi dal circuito delle visite e versano in pessime condizioni, in quanto la mancanza di fondi, determinata dall’austerità degli ultimi anni, ha fatto in modo che le strutture non avessero un’ adeguata manutenzione.
Per tali ragioni chiunque otterrà per soli sessant’anni la concessione di quest’ala del castello dovrà accollarsi tutte le spese di ristrutturazione, spese stimate fra i quattro e i sette milioni di euro per i soli esterni, mentre altri quattro milioni serviranno per riportare gli interni agli antichi splendori. I lavori di ristrutturazione, inoltre, dovranno essere eseguiti sotto la strettissima sorveglianza dell’amministrazione e ci vorranno diversi anni perché questi vengano ultimati e l’albergo possa vedere la luce. Come il colosso AccorHotels, tuttavia, sono molte le società che, nonostante tutte le limitazioni, sono interessate a trasformare il sogno di un soggiorno regale in una realtà a portata di tutti, o, perlomeno, di chi se lo potrà permettere.
Debora Guglielmino
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