Oggi si terrà la quinta udienza del processo che vede imputato Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano.
Saranno mostrate le foto del corpo di Giulia, che ha subito 37 coltellate prima di morire per emorragia. Pertanto, l’udienza si terrà a porte chiuse.
“Non c’è alcun tipo di lesione autoprodotta da Giulia, non c’è nessun tentativo di difendersi. L’impressione è che lui l’abbia colpita da dietro, quando le era alle spalle“. Ad affermarlo con sicurezza è Andrea Gentilomo, uno dei medici legali che ha effettuato l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano.
La donna, incinta del piccolo Thiago al settimo mese, è morta in seguito ad un’emorragia causata dalla trentasette coltellate sferrate dal compagno Alessandro Impagnatello. Delle trentasette coltellate, ventiquattro hanno interessato il distretto del collo, mentre le restanti hanno colpito la zona toracica.
Tutte le coltellate sono state sferrate con due coltelli da cucina sequestrati e risultati compatibili con le ferite sul corpo di Giulia.
Nessuna delle coltellate è stata indirizzata direttamente al pancione. Infatti, come sottolineato dal medico Nicola Galante, “la morte del feto è successiva alla morte della madre. In particolare, il feto ha risentito dell’assenza di sangue provocata dall’emorragia“.
Non è stato invece possibile risalire all’ora esatta della morte di Giulia, dato che Impagnatiello dopo aver sferrato le coltellate provocando la morte della compagna e del feto, ha dato fuoco al suo cadavere.
L’autopsia conferma l’ipotesi della somministrazione di veleno per topi. Tuttavia, come affermato da Mauro Minoli in aula, non è stato possibile risalire alla data esatta in cui è iniziata la somministrazione.
Ciò che è certo è che nel capello della ragazza e nel feto, durante l’autopsia, è stato rilevato veleno per topi: pertanto la somministrazione era sicuramente avvenuta nell’arco degli ultimi due mesi. Minoli aggiunge: “Nel fegato di lei era in una quantità 30 volte superiore perché la placenta è riuscita un po’ a eliminare la tossicità“.
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Nata a Catania nel lontano 2002, la piccola Alice si è sempre distinta per la sua risolutezza e determinazione.
Dopo aver deciso di voler diventare un’archeologa, poi una veterinaria e poi un’insegnante, si iscrive al Liceo Linguistico Lombardo Radice e scopre le sue due grandi passioni: la scrittura e le lingue straniere, che decide di coniugare iscrivendosi alla facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione.