Gli energy drink sono bevande generalmente analcoliche ed energizzanti, contenenti principalmente caffeina, presente in quantità variabili tra gli 80 e i 200 mg: la quantità contenuta in una tazzina di caffè è equivalente a 80-85 mg. Altri ingredienti sono: taurina, guaranà, ginseng, erba mate, ginko biloba, creatina, carnitina, glucuronolactone, zuccheri, antiossidanti, vitamine. Vengono spesso proposte e commercializzate come miglioratori delle performances anche sportive, con aumento dell’energia fisica e come miglioratori delle performance cognitive. Tuttavia, si differenziano dai cosiddetti sport drinks, anch’esse bevande analcoliche addizionate con aromi, vitamine, sali minerali, ma prive di stimolanti.
Le bevande energizzanti vengono utilizzate anche per ridurre il peso corporeo: molte persone in sovrappeso, soprattutto le donne, consumano in modo inappropriato grandi quantità di bevande energetiche, con lo scopo di ridurre o controllare il peso grazie al forte effetto termogenico di tali sostanze. Ma ora, secondo uno studio presentato questa settimana a Chicago in occasione della Scientific Sessions dell’American Heart Association, gli scienziati guidati dal dott. John Higgins dell’Università del Texas a Houston hanno rivelato: «Poiché le bevande energetiche stanno diventando sempre più popolari, è importante studiare gli effetti di queste bevande su coloro che le bevono frequentemente e determinare meglio quali, se del caso, sono un modello di consumo sicuro.»
Il team del dott. Higgins crede che la combinazione di ingredienti nella bevanda energetica sia potenzialmente dannoso per i vasi sanguigni dei bevitori. Gli esperimenti hanno mostrato, solo un’ora e mezza dopo aver bevuto una bevanda energetica, che i vasi sanguigni di quella persona si erano ristretti. Le misurazioni di ultrasuoni, rilevate prima di consumare la bevanda, mostravano che la dilatazione del vaso di una persona era del 5,1 per cento di diametro, riducendosi, in seguito, a solo il 2,8%, «suggerendo una compromissione acuta della funzione vascolare» hanno avvertito gli scienziati. Tutti i volontari che hanno preso parte allo studio avevano 20 anni, non fumatori e i quali non hanno mai avuto problemi di salute.
Non è la prima volta che le bevande energetiche sono state collegate a problemi di questo tipo. Studi precedenti li hanno collegati alle condizioni del cuore, così come ai problemi con i nervi e con lo stomaco, e rappresenta la causa accertata di malesseri anche di una forma acuta di epatite. Inoltre, ingurgitare troppi energy drink in breve tempo può creare seri danni al fegato, lo hanno scoperto i ricercatori dell’Università della Florida, che hanno descritto sulla rivista scientifica Bmj Case Reports il caso di un uomo ricoverato con epatite acuta dopo averne consumati 4-5 al giorno per tre settimane. Una biopsia del fegato l’ha, infatti, confermata, e secondo i medici era dovuta all’eccesso di niacina, o vitamina B3, il cui consumo giornaliero era di circa 200 milligrammi.
Ogni lattina, sottolineano gli autori, contiene 40 grammi di niacina, ovvero il doppio della dose giornaliera raccomandata. La ricerca ha dimostrato che il fegato non è in grado di sopportare le bevande ricche di vitamine e altri nutrienti, come la niacina, presenti in quantità che eccedono le dosi raccomandate quotidiane, «portando a rischi di accumulazione e tossicità». Oltretutto, all’inizio di quest’anno, uno studio canadese ha rilevato che le bevande energetiche possono scatenare fastidiosi effetti collaterali come problemi cardiaci e convulsioni in metà dei bambini: il tutto, ha indotto alla richiesta di un divieto di vendita delle bevande a giovani e infanti. Il professor David Hammond ha dichiarato: «Il numero di effetti sulla salute osservati nel nostro studio suggerisce che si dovrebbe fare di più per limitare il consumo tra i bambini e i giovani». Le associazioni che si occupano di salute nel Regno Unito hanno chiesto al governo di vietare la vendita di bevande energetiche ai bambini di età inferiore ai 16 anni, e molti supermercati e negozi di High Street hanno preso in mano la situazione.
Waitrose ha aperto la strada, a gennaio, vietando la vendita di queste bevande bevande ai minori di 16 anni, dopo che gli insegnanti avevano segnalato di aumentare le interruzioni in classe. Anche Asda, Aldi, Tesco, Morrisons, Co-Op e WH Smith, hanno implementato il divieto per proteggere i giovani. Alla luce di questo nuovo studio, i ricercatori – come evidenzia Giovanni D’Agata, Presidente dello Sportello dei Diritti, che già da qualche tempo ha messo sotto accusa negli Stati Uniti siffatte bevande energizzanti per le conseguenze e i disturbi anche gravi che possono provocare se consumate in quantità eccessiva – i quali, al contrario, sono giunti alla conclusione che anche bere una sola di queste bibite rappresenta la causa accertata di malesseri cardiaci anche in forma acuta.
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