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Molti di voi conosceranno senz’altro una delle opere d’arte più celebri della storia: “I Girasoli” di Vincent Van Gogh. Il quadro, esposto da anni al National Gallery di Londra è stato deturpato da due ecologisti. I militanti ecologisti erano impegnati a sostenere una campagna di protesta anti-petrolio: “Just Stop Oil” ma per farlo hanno scelto di utilizzare dei mezzi “violenti” nei confronti dell’arte.
I due giovani ecologisti hanno lanciato una zuppa di pomodoro sull’opera d’arte, che fortunatamente ha riportato solo danni superficiali. A riprendere la scena, sconvolti, sono stati i turisti, gli stessi che qualche istante dopo hanno chiamato la sicurezza. Dopo lo spiacevole evento, la National Gallery ha rassicurato il pubblico in merito alle condizioni attuali dell’opera d’arte e poi ha dichiarato l’arresto immediato dei due attivisti.
“I Girasoli” di Vincent Van Gogh non sono stati l’unica “vittima” degli ecologisti della “Just Stop Oil” e la domanda che a tutti sorge spontanea è: “Cosa vogliono ottenere?”. Come riporta Cosmopolitan, diverse opere sono state colpite precedentemente: un quadro di Horatio McCulloch a Glasgow, un dipinto di Van Gogh al Courtauld Institute of Art di Londra, un dipinto di Turner a Manchester, un quadro di Constable alla National Gallery e una copia dell’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci alla Royal Academy of Arts. La prassi è quella di deturpare le opere in segno di protesta, incollare le mani nella parete in cui l’opera è affissa e poi comunicare il loro messaggio.
Gli attivisti hanno dichiarato le ragioni che li spingono a fare tutto ciò: “Quando miliardi di persone rischiano la vita, a che serve l’arte? Quando prendi di mira l’arte forzi un cambiamento di prospettiva. Cosa conta davvero per te? Il combustibile è inaccessibile a milioni di famiglie che non sanno come riscaldarsi e hanno fame. Non possono permettersi nemmeno di scaldare un barattolo di zuppa. Non stiamo cercando di fare amicizia qui, stiamo cercando di apportare un cambiamento e sfortunatamente questo è il modo in cui i cambiamenti avvengono”. Se le ragioni degli attivisti appaiono plausibili agli occhi di molte persone, ciò che in ogni caso ferisce è il fatto che delle opere d’arte, che costituiscono un grande patrimonio storico, culturale ed economico comune, possano essere deturpate con “leggerezza”.
Alessia Miceli
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