I primi spiragli di luce, in questo lungo tunnel del Coronavirus, cominciano a intravedersi. A quanto pare, infatti, l’azienda di Saluggia (in provincia di Vercelli), la DiaSorin, ha trovato il test per appurare l’esistenza, o meno, del Coronavirus, pronto in 60 minuti – a differenza di quello canonico i cui tempi si aggirano fra le 5 e le 7 ore. Il test in questione fa riferimento alla banca dati del virus, con tutte le mutazioni da lui compiute in questi mesi, permettendogli, quindi, di riconoscerne in un’ora la tipologia. Nondimeno, come riporta ANSA, l’Italia è in prima linea anche nella scoperta del vaccino contro il Covid-19, e non attende altro che il via libera per la sperimentazione sugli animali.
Nello specifico, il vaccino progettato dalla Takis è realizzato clonando una particella d’informazione genetica del virus, e una volta iniettato nel muscolo, dopo una piccola scossa elettrica, il vaccino penetra nella cellula e comincia a produrre l’antigene necessario a prevenire, o sconfiggere, il Coronavirus. Anche altre aziende farmaceutiche italiane sono quasi al capolinea per un antidoto, e aspettano, come la Takis, solo il permesso di collaudarlo. La proteina Spike¸ utile al Covid-19 per invadere le cellule del sistema polmonare umano, è stata, invero, isolata dall’azienda ReiThera. Una volta creato il vaccino basato su questo procedimento, se iniettato per via intramuscolare, comincerà a produrre anticorpi e a stimolare l’attività del sistema immunitario.
In tutto il mondo – in cui, ormai, si contano quasi 130 mila persone contagiate (inclusi i pazienti guariti e dimessi dagli ospedali) – sono circa 20 i progetti di un vaccino che possa prevenire il Coronavirus. Quindi, se davvero la speranza è l’ultima a morire, a breve potremo tornare spensierati alla nostra vita di sempre. Pazienza, e buon senso, permettendo.
Anastasia Gambera
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