Benedetto XVI, conosciuto anche come il papa emerito per essere stato il primo papa a rinunciare alla carica di sommo pontefice, ci lascia all’età di 95 anni. Qualche tempo fa, infatti, papa Francesco aveva chiesto al popolo e ai fedeli di pregare proprio per l’ex papa tedesco.
Nato a Marktl nel 1927 di sabato santo, nel sud della Germania al confine con l’Austria, Benedetto XVI, cui vero nome è Joseph Aloisius Ratzinger, sembrava avere un futuro già scritto. Infatti il battesimo di Benedetto XVI avvenne quello stesso giorno.
Nonostante le critiche che etichettarono come nazista l’ex papa durante il suo mandato, Ratzinger proveniva da una famiglia completamente anti-nazista. Il padre, infatti, fece trasferire numerose volte la famiglia per poter sfuggire alla tirannia dei seguaci del Terzo Reich, e dal Terzo Reich stesso.
Secondo alcune dichiarazioni familiari, il padre di Benedetto XVI odiava i nazisti poiché andavano contro la loro fede cattolica. Quando divenne papa, scelse il nome Benedetto in onore del papa Benedetto XV, considerato un fermo oppositore della prima guerra mondiale. Ratzinger, infatti, lo ricorda come il papa che seppe guidare la Chiesa in uno dei periodi più bui della storia.
Benedetto XVI, inoltre, criticava aspramente gli atti di pedofilia commessi da figure religiose cattoliche. Un papa che non aveva paura di mostrarsi per parlare dei reati da parte della Chiesa.
NAZISMO E SERVIZIO MILITARE
All’età di 14 anni, Benedetto XVI si iscrisse alla Gioventù hitleriana, a causa di una legge che era in vigore in quegli anni. Nel suo libro, Sale della terra, spiega quanto fosse contrario a svolgere quei seminari.
Difatti parla di un professore di matematica il quale, nonostante fosse nazista, capì il suo dissenso e decise di accettare la sua decisione, ovvero di non far parte di quel programma. ‘Era nazista ma una persona onestà, affermerà nel suo libro.
D’altronde, proprio le forze dell’ordine naziste qualche anno prima avevano portato via un suo cugino coetaneo che soffriva della sindrome di down. Morì pochi giorni dopo a causa delle ‘terapie’.
Al compimento dei sedici anni, Ratzinger entrò nella Luftwaffenhelfer, un supporto militare che arruolava studenti tedeschi inviati come soldati bambini durante la seconda guerra mondiale. In seguito, invece, entrò nella Reichsarbeitsdienst, un corpo ausiliaro che fornì supporto alla Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale.
Quando smise di operare in questo corpo, entrò nella fanteria nel centro di Traustein, vicino dove viveva la sua famiglia a quel tempo. Anche qui Raztinger dimostrò il suo scarso interesse di far parte di questi corpi nazisti.
Durante una delle marce in programma, infatti decise di disertare. In questo caso la vita gli sorrise nuovamente dal momento in cui la diserzione era punita con la fucilazione. Un sergente, infatti, riuscì a farlo fuggire ed in questo modo evitò di essere fucilato.
GLI STUDI TEOLOGICI, GLI INSEGNAMENTI E IL VATICANO
Dopo le esperienze contro la sua volontà nel servizio militare, Ratzinger intraprese degli studi filofici e teologici a Frisinga. Ciò gli permisero di avvicinarsi sempre più alla Chiesa. Seguì un seminario interdiocesiano candindandosi al sacerdozio della Baviera. Difatti, si trasferì proprio a Monaco di Baviera dove poté continuare i suoi studi divenendo presbitero.
Nel corso degli anni, la sua passione per la teologia lo portò a predersi l’abilitazione per l’insegnamento universitario. Ratzinger, quindi, poté insegnare teologia fondamentale e teologia dogmatica all’università di Frisinga, Bonn e Münster.
I suoi anni di insegnamento gli valsero una certa notorietà nel mondo ecclesiastico. Nel 1962, infatti, partecipò al Concilio Ecumenico Vaticano II. Inizialmente fu consulente teologico dell’arcivescovo di Colonia Josef Frings, ed in seguito divenne perito del Concilio. In questo periodo poté approfondire le sue conoscenze sulla teologia grazie ai numerosi teologi presenti al Vaticano.
Nel 1966, divenne professore all’Università di Tubinga. Nel suo libro Introduzione al cristianesimo (del 1968), spiegò come il papa dovesse ascoltare diverse voci all’interno della Chiesa prima di prendere una decisione.
Oltre a minimizzare la figura del papato. In un periodo di forte ostentazione marxista, Ratzinger prese le distanze dal movimento sociale. Notò come sempre più giovani assumevano comportamenti ribelli contro le autorità e il loro allontanarsi dagli insegnamenti cattolici.
Nonostante le sue vedute di riformista, le sue idee vennero considerate conservatrici, e continuò a difendere il Nostra aetate. Un documento del Concilio Ecumenico Vaticano II dove spiega sia la libertà di professare altre religioni e sia il rispetto per altre religioni.
Inoltre, in quegli anni ha anche modo di pubblicare i suoi pensieri su riviste teologiche riformiste come Concilium, fondandone una sua insieme ad altri teologi nel 1972, Communio.
La rivista Communio è tradotta in diciassette lingue e ancora oggi è un punto di riferimento del pensiero teologico cattolico contemporaneo. Ratzinger vi scrisse fino alla sua elezione come papa, risultado come una delle penne più prolifiche.
Dal 1976/1977 fu vicepresidente dell’Università di Ratisbona, e proprio nel 1977 venne nominato da papa Paolo VI arcivescovo di Monaco e Frisinga ricevendo anche la consacrazione episcopale.
Agli inizi degli anni ’80 si dimise da tale carica accettando la chiamata dal Vaticano per le nuove disposizioni papali e venne nominato prefetto della Congregazione per la dottrina della fede da Giovanni Paolo II.
Per un periodo di sei anni, dall’86 al ’92, fece parte della Commissione per la preparazione del Catechismo per la Chiesa universale. Dal 1993 fino al 2005, l’anno della sua elezione come papa, fu cardinale vescovo e gli fu affidata la sede di Velletri-Segni.
Considerato tra gli intellettuali più brillanti del nostro secolo, Ratzinger, durante i funerali di Giovanni Paolo II, parlò di ‘dittatura del relativismo’. Dal suo punto di vista, c’era il rischio di mettere in totale discussione tutto ciò che è considerato naturale e opera di Dio.
Inoltre, si ricorda papa Ratzinger anche per il primo atto comunicativo di un Pontefice su un social network: un saluto su Twitter.
La sua carica di papa, durata all’incirca otto anni, teminò l’11 febbraio del 2013, quando, all’età di 86 anni, decise di ritirarsi. I motivi furono soprattutto riguardo all’età. Dopo quindi aver visitato 21 nazioni diverse, Benedetto XVI dopo il ritiro decise di scegliere lui stesso il titolo di papa emerito.
Nonostante sia l’ottavo papa a ritirarsi dalla sua carica, Benedetto XVI è il primo papa emerito della storia. Benedetto XVI è il 265esimo papa e settimo pontefice tedesco della storia.
Simmaco Munno
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Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.