Oggi i bonsai vengono considerate delle piante da esposizione, ma un tempo avevano un ruolo importante per la società cinese. I primo bonsai, infatti, furono coltivati proprio in Cina a partire dal VI secolo d.C. I popoli mongoli e nomadi facevano crescere delle piantine, quelle che noi oggi comunemente chiamiamo “bonsai”, per scopi medicinali in piccoli vasi per poterle trasportare meglio nelle loro migrazioni. Si crede, però, che la pratica di “miniaturizzare” degli alberi sia molto più antica. Chiamata Penjing e risalente a 2000 anni fa, questa tecnica consisteva nel comporre veri e propri paesaggi con miniature di alberi, monti e fiumi. Il bonsai più antico mai ritrovato risale a 3000 anni fa.
La coltivazione dei bonsai per come la conosciamo noi, ha avuto inizio intorno al 700, quando i monaci buddisti cinesi consideravano queste mini piantine come fonte della filosofia della vita: secondo questi, l’uomo doveva cercare di ridurre la visione che lo circondava, miniaturizzando tutto ciò che lo circondava. Altri, invece, vedevano nei tronchi degli alberelli la possibilità della nascita della vita nonostante tutte le avversità. All’epoca i tronchi e i rami potevano essere anche piegati per creare ideogrammi o numeri magici.
Una leggenda narra che l’arte del bonsai risalerebbe al periodo Han (periodo che va dal 206 a.C. al 220 a.c.), quando un uomo ha iniziato a miniaturizzare i paesaggi che lo circondavano. La prima vera testimonianza, però, risale al 705 a.C., quando è stato ritrovato un dipinto nella tomba di un nobile della dinastia Tang che raffigurava due uomini che portavano un contenitore con un piccolo albero. Intorno agli anni 1000 si iniziò a dare vita alle prime composizioni di paesaggi, con pietre e figure, chiamate Pun-Wan o Bonkei. Solo nel 1185 d.C, quando queste piantine arrivarono anche in Giappone, presero il nome di bonsai. Nel 1800 sorsero le prime scuole di “arte bonsai” e i primi esemplari di questi alberi in miniatura arrivarono in Europa alla fine del secolo scorso.
Come avviene la miniaturizzazione dei bonsai? Il termine “Pun Sai” significa “pianta coltivata da sola in un contenitore”, e quindi al di fuori dal suo habitat. La tecnica di miniaturizzazione consiste nel potare progressivamente e con attenzione i germogli e nella costrizione delle radici e di tutto il suo apparato in un piccolo vaso. Fili di rame e corde terminano il lavoro forzando i rami ad assumere le caratteristiche forme contorte del bonsai.
Valentina Friscia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.