Il Collegio dei Gesuiti di Sciacca fu uno dei più grandi dell’ordine ponendosi al quarto posto in Sicilia. La loro venuta a Sciacca fu richiesta una prima volta da don Mariano Manno nel 1546, ma in quell’occasione non ritennero sufficienti le donazioni e le rendite promesse. Successivamente l’invito fu rinnovato da Pietro di Luna, duca di Bivona (AG), e dalla moglie Isabella De Vega che, dopo aver fondato il collegio gesuitico di Bivona, offrirono la loro Chiesa di Santa Margherita; i frati questa volta accettarono, ma non poterono venire perché nel frattempo, morta la contessa, il marito non rinnovò loro l’invito. Solo nel 1607 il Generale della Compagnia accettò di fondare il Collegio, con la donazione di Giovan Battista Perollo che offrì loro 15000 scudi.
La costruzione della chiesa e del collegio andò avanti fra il 1613 e il 1632. Nel 1668 si pervenne ad un nuovo progetto dell’abate-architetto Michele Blasco che progettò i corpi-fabbrica prospettanti nelle vie Vittorio Emanuele e Roma. Il 3 novembre 1767 per ordine del re Ferdinando IV i Gesuiti furono espulsi dai Regni di Napoli e Sicilia. Nel 1864 nei locali del collegio, intanto divenuto proprietà demaniale, vennero ubicate la scuola tecnica e ginnasiale, nel 1875/81 i giurati ottennero che il complesso venisse ceduto al Comune. L’edificio si articola attorno a due atri posti a livelli diversi: l’atrio inferiore, di forma rettangolare, ha sui quattro lati un portico delimitato da pilastri quadrati; l’atrio superiore, molto più bello, ricorda i chiostri del ‘500 con gli archi a tutto sesto poggianti su esili colonne cilindriche poste su piedistalli quadrati.
Il prospetto tardo-rinascimentale è ritmato dall’ordinato succedersi di una lunga serie di finestre a edicola e da uno schema a riquadri, caratteristico dei collegi romani. La sequenza ritmica delle finestre viene interrotta dall’inserimento dei portali d’ingresso ai due cortili. Nel 1955 l’edificio assunse l’attuale aspetto con l’elevazione del secondo piano.
L’ampliamento è stato motivato dal desiderio di riunire in un solo edificio tutti gli uffici giudiziari, che fino ad allora erano ospitati in diversi edifici non consoni al loro ruolo. Adesso è sede del Municipio.
Letizia Bilella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.