Ai giorni nostri, non di rado assistiamo ai cosiddetti omicidi per amore compiuti da persone che avevano, a modo loro, giurato amore eterno verso il/la partner, per poi togliergli la vita se lasciati (o “abbandonati”, secondo loro). Saper amare è tutta un’altra cosa; è, innanzitutto, imparare ad amare sé stessi (come detta il libro di Marina Panatero e Tea Pecunia, Imparare ad amare), accettando tutto di sé stessi e non permettendo a nessuno di sminuirci o dubitare di noi. Il nostro benessere psico-fisico è la condizione primaria e assoluta affinché si possa, in noi, trovare e provare quello che, solitamente, esiste solo nei film, ma che nella realtà è certamente possibile trovare: l’amore vero.
Come riporta La Repubblica, il suddetto libro consiglia, soprattutto, di imparare ad amare meditando, ovvero, cercando di trovare dentro sé stessi il meglio di noi, non solo (come già menzionato) accettando ogni cosa, bella o brutta che sia, ma evocando a sé la gioia e allontanando ogni emozione negativa, specialmente se provocata da amori malati e demolitori. Amarsi in toto è la prima regola fondamentale, poiché, in assenza, non è pensabile amare nessuno, chiunque esso sia. Dato questo, è, quindi, il caso di credere all’amore vero? D’altronde, le favole esistono, l’importante è sapersele costruire.
Anastasia Gambera
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