Ogni giorno siamo immersi in un flusso di immagini che ci mostrano ragazze bellissime e magrissime e, così, il nostro ideale di bellezza femminile si plasma intorno a loro. Corpi perfetti e statuari senza il minimo difetto riescono a dettare legge e giudicare negativamente ogni altra forma fisica
Noi ormai, che lo si voglia riconoscere o meno, siamo influenzati da questi modelli che cercano di costruire eserciti di donne xxs. Ma cosa succede se le stesse fotografie di modelle eccessivamente magre, vengono mostrate a chi ne è ancora “vergine”? Un esperimento sociale lo ha dimostrato.
L’esperimento è stato condotto da Jean-Luc Jucker e i colleghi dell’Università di Neuchâtel (Svizzera), in Nicaragua, più precisamente nella Mosquito Coast. In questa zona si possono trovare moltissimi villaggi rurali sprovvisti, fino a poco fa, di rete elettrica. Fortunatamente, da qualche tempo, il governo del paese si sta impegnando per dare elettricità alle famiglie e concedere loro la possibilità di avere piccoli elettrodomestici e strumenti per comunicare con il mondo. Proprio per questa ragione gli studiosi hanno scelto questa parte del globo: gli abitanti, vivendo in una sorta di bolla isolata, possono essere considerati immuni rispetto ai vari stimoli a cui noi, siamo sottoposti quotidianamente.
Prima che frigoriferi e televisori invadessero i villaggi nicaraguensi, i ricercatori hanno contattato 80 volontari (tra uomini e donne di età compresa tra i 16 e i 78 anni) per rappresentare la forma ideale di un corpo femminile. Successivamente, a metà di loro è stato mostrato (per 15 minuti) un catalogo di moda contenente 72 foto di modelle di taglie 36-38 e, all’altra metà, foto di modelle curvy, ovvero con taglie tra la 48 e la 60. Finita l’osservazione è stato proposto ai volontari di poter cambiare il disegno che avevano realizzato inizialmente. Il gruppo a cui erano state sottoposte le foto di modelle magre ha assottigliato i corpi, mentre il secondo gruppo, che aveva osservato modelle curvy, ha lasciato invariato i disegni o, addirittura, ne hanno aumentato la taglia.
Ora, è chiaro che i ricercatori, in soli 15 minuti, non hanno modificato irrimediabilmente l’ideale di bellezza femminile degli abitanti della Mosquito Coast. La questione, a questo punto, torna ad essere tutta occidentale. Si pensi, infatti, a quante immagini di modelle super magre capita di osservare, nell’arco di una sola giornata. Riviste, programmi televisivi, social network il flusso è continuo e sempre sulla stessa frequenza. La nostra idea di “bello”, quindi, quanto può essere considerata innata e personale e quanto acquisita e influenzata?
Alessia Mingori
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