Il neoeletto Presidente degli States, Donald Trump, resta irremovibile sul tema Cuba: «Se il governo di Raul Castro non introdurrà libertà religiose e politiche straccerà l’accordo siglato da Obama», così ha tuonato il Presidente all’indomani della morte di Fidel Castro, Líder Máximo di Cuba. Ma la ripresa dei toni violenti della campagna elettorale del “Tycoon” non sarebbero certo favorevoli all’America le cui aziende hanno già investito nella Cuba di Raul Castro, erede di Fidel, a seguito dell’apertura diplomatica con il Paese avviata lo scorso anno dall’ex Presidente Barack Obama.
A tal proposito, il portavoce dalla Casa Bianca John Ernest, ha dichiarato: «Non ci sembra possibile fare marcia indietro sugli accordi economici siglati considerando che il 90% della popolazione cubana è oggi favorevole all’America»; nonostante ciò Trump continua ad insistere nella minaccia di interrompere l’apertura delle relazioni tra gli States e l’isola caraibica voluta da Obama qualora non arrivassero da Cuba maggiori concessioni in materia di tutela dei diritti umani. «Senza cambiamenti da parte del loro governo su repressione, aperture del mercato, libertà di religione, prigionieri politici, non avremo un accordo unilaterale di Cuba con gli Stati Uniti», così si è infatti espresso di recente Reince Preibus, futuro capo di gabinetto dell’amministrazione Trump, durante un’intervista rilasciata alla Fox News.
Sembrerebbe dunque a rischio l’avvio del processo di disgelo delle relazioni diplomatiche ed economiche tra Cuba e gli States iniziato lo scorso 2014 con lo sbarco dell’ex Presidente Obama nell’isola, evento storico questo considerando che era dal 1928 che un Presidente di un altro paese non visitasse Cuba. Intanto continua il lutto nazionale nell’isola per la morte del leader rivoluzionario le cui ceneri verranno sepolte il 4 dicembre accanto all’altro grande leader cubano, Jose Martì.
Ester Sbona
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