Il momento di forte difficoltà in casa Yahoo! non sembra avere fine. Il colosso del web ha messo all’asta 3000 brevetti, principalmente tecnologie web per la ricerca e la pubblicità, che hanno contribuito a fare crescere l’azienda per oltre un decennio. Questa mossa è intelligente, ma soprattutto obbligata dalla situazione.
Secondo gli ultimi rumors, gli acquirenti più interessati sono Microsoft e Alphabet. I primi vogliono dare la scossa decisiva a Bing che, lo scorso aprile negli USA, è stato usato per il 21,6% delle ricerche sul web, restando a distanza siderale da Google (63,8%). I secondi, invece, sono più interessati alle tecnologie relative alla pubblicità. Facendo dei calcoli, la vendita di questi brevetti dovrebbe portare nelle casse di Yahoo! almeno un miliardo di dollari, anche se gli analisti di Wall Street ritengono che si possa arrivare fino a un miliardo e mezzo.
È chiaro che con questa decisione Yahoo! vuole ottenere più denaro possibile, soprattutto se considerato che gli analisti valutano tra i 4 e gli 8 miliardi di dollari le attività core messe in vendita e che Verizon ha messo sul piatto 3 miliardi. Preso atto di ciò, è stato necessario passare al piano b, ovvero la vendita dei brevetti. Questo è un asso che Yahoo! aveva nella manica ma che, con ogni probabilità, avrebbe preferito non calare.
Al momento viene mantenuto un certo riserbo sull’entità e sulle offerte dei possibili acquirenti ma, per quanto concerne le attività messe in vendita, è lecito pensare che sarà Verizon a spuntarla. Ai 3 miliardi offerti da quest’ultimo si andrebbe a sommare il ricavato dei brevetti messi all’asta, monetizzando il più possibile. Il momento che sta attraversando Yahoo! è di forte difficoltà e l’ha reso debole e vacillante, ma, allo stesso tempo, vuole difendersi davanti all’aggressività dei predatori rivali. La web-economy non fa prigionieri, ma è comunque doloroso vedere collassare uno dei giganti del web.
Marco Razzini
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