Il progetto The Iconoclasts di Prada, dopo New York, Londra e Parigi è sbarcato a Pechino lo scorso 22 aprile, in tre punti diversi della metropoli con inaugurazioni scaglionate di un’ora, in modo tale che il pubblico possa attraversare tre sogni nell’arco di un giorno. Ma di cosa stiamo parlando? Prada, per rendere più accattivanti le sue boutique, ha dato carta bianca a tre costumisti superstar per trasformarle in una pellicola immaginaria; così da offrire a chi entrasse nel negozio un momento onirico, di fascino altamente straniante, iniziando con gli abiti della collezione primavera-estate 2015. La maison, lo scorso inverno, li ha messi in scena nei tre flaghship store di New York, Londra e Parigi. D’altronde, il legame col cinema per il marchio milanese, non è una novità: basti pensare che nel 2013, Miuccia Prada ha firmato i costumi de Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann, mentre negli ultimi anni ha lasciato campo libero a registi di grido per cortometraggi legati alle sue creazioni, poi rilanciati sul Web. Per Miu Miu hanno lavorato Miranda July e Alice Rohrwacher, per Prada Roman Polanski e Wes Anderson (con Roman Coppola), autore della campagna Candy L’Eau e del corto Castello Cavalcanti.
«Iconoclasta è una parola evocativa, in inglese è sinonimo di ribelle, qualcuno che va controcorrente. All’inizio avevamo pensato di fare qualcosa di “antifashion” e un po’ anarchico. Poi sono subentrate interpretazioni diverse, grazie alla collaborazione con Miuccia Prada e al lavoro su uno spazio speciale come quello di New York, che assomiglia a una galleria d’arte. Così la nostra versione d’iconoclastia è diventata cinematografica. Siamo designer e costumisti, sappiamo quanto gli abiti definiscano la personalità dei protagonisti, almeno quanto la recitazione, la sceneggiatura, l’ambientazione. Volevamo creare un set dove ogni pezzo, ogni manichino, fosse inconfondibile», ci racconta Tim Martin, designer e architetto, il primo a “rompere il ghiaccio” nella puntata di New York, che insieme alla stilista Miuccia ha immaginato un party scatenato, sullo scalone dello store di Soho, con decine di “comparse”. C’è voluto un po’ di tempo, ben 5 settimane di lavorazione per metterle in scena, una per una. Ma alla fine, il risultato è stato incantevole: «New York ha un senso naturalmente sviluppato del lifestyle, così abbiamo immaginato il party del secolo, ci siamo ispirati allo Studio 54 degli anni 70 e a un after-party dove c’è chi si mette in mostra, durante cui i segreti vengono svelati, le mise più originali sfoggiate. Può darsi che il lampadario stia per schiantarsi a terra, ma non importa. Un performer fa acrobazie per aria, incantando la folla. Ci interessava poi lavorare sui contrasti. La collezione è molto bella, per l’uso di ricchi broccati che si prestano a silhouette classiche. Così, da quegli stessi tessuti abbiamo tratto forme diverse. Michael e io abbiamo disegnato 28 capi, sviluppati dal team di Prada e prodotti per l’occasione: tailleur, hotpants, maxiabiti lucenti. Collezione a parte, be’, è il mondo della moda, dopotutto: celebrità, aspirazioni, creatività, espressione personale. Tutto perfetto, una volta incorporato nel nostro party decadente, e simbolo di un’epoca molto auto-indulgente», ha continuato Martin.
A Londra, invece, si è occupata del progetto Arianne Phillips, che all’attivo nel suo curriculum vanta i costumi glitterati di Hedwig (2000) e lo styling degli ultimi 5 tour mondiali di Madonna; ha dichiarato che si è divertita tantissimo a prendere alla lettera il compito, girando un vero film, il corto Passage, proiettato sulle pareti del negozio di Londra: due modelle dai capelli rossi, quasi gemelle, s’incontrano sullo sfondo riarso del deserto, tinto di fumi colorati di rosa, viola e verde. «Un esercizio fantastico per il mio “muscolo dell’immaginazione”. Sono abituata a lavorare in un mondo di sogni, come costumista, e mi sono sentita vicina all’ispirazione pura» afferma Phillips. «La collezione, così organica, era perfetta per la mia idea. Non ho avuto dubbi: mi è stato chiaro fin dall’inizio cosa volessi fare. Ovvio, lo devo alla fiducia da parte di Miuccia e del suo team stupefacente. Ogni porta si è aperta con un sì. Libertà totale!», ha infatti commentato.
È stata invece Milena Canonero, costumista di grande fama e vincitrice di ben quattro premi Oscar, a curare il progetto per la boutique parigina ispirandosi al Feng Shui. Guardando anche al suo vissuto artistico e cinematografico, ha reinterpretato in modo del tutto nuovo la collezione Prada Primavera/Estate 2015, attraverso gli elementi dell’acqua, dell’aria, della terra e del fuoco, per finire con l’amore umano. A cosa ha pensato, data la natura effimera dell’allestimento, destinato a durare solo pochi giorni dopo una così lunga preparazione? «Il mondo della moda è un continuo movimento, rispecchia i tempi che stiamo vivendo in immagini scorrevoli, che scompaiono velocissime, come comete. Eventi come questo, che pure ti coinvolgono artisticamente, sono temporanei per loro natura. Mi rimarrà un bel ricordo».
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