Quando una storia d’amore finisce, si sa, fa male. Contrariamente a quanto si crede il dolore che sentiamo patendo le pene d’amore non è immaginario, ma pari a un dolore fisico. Uno studio scientifico lo ha paragonato al trauma di una scottatura o di un colpo in testa.
Tutti, almeno una volta nella vita, hanno provato o proveranno la tremenda fitta al cuore derivata dalla scoperta di un tradimento o dalla fatidica frase «Non ti amo più». Il cuore sembra chiudersi in una morsa e la propria vita precipitare in un tunnel nero dal quale appare impossibile uscire. Coloro che hanno il cuore di ghiaccio dicono che è un’esagerazione, che è tutta una questione psicologica e che spesso ci si crogiola in questo apparente dolore quasi volontariamente.
Ethan Kross dell’Università del Michigan, con la ricerca pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences, ha dimostrato che gli scettici si sbagliano. Infatti, prendendo un campione di volontari ai quali veniva mostrata una foto dell’amante perduto, la risonanza magnetica dei loro cervelli dimostrava come questi provassero lo stesso stimolo dovuto a una scottatura o a una botta in testa. «Questi risultati» spiega il professor Kross «offrono un nuovo punto di vista da cui guardare al rifiuto sociale. Adesso sappiamo che, oltre a generare un dolore psicologico, l’amore finito fa anche male fisicamente».
Il dispiacere provato quando si perde ciò che si credeva «l’amore della mia vita» è una morsa sul cuore, ma, a quanto pare, la vera vittima è il cervello. Benché preferiremmo mille volte scottarci con il caffè caldo o ricevere una pallonata in fronte, piuttosto che soffrire per la persona che amiamo, il trauma per il nostro cervello è il medesimo. La bella notizia è che così come un po’ di pomata o di ghiaccio faranno sparire i dolori fisici, allo stesso modo il tempo guarirà il mal d’amore.
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.