PALERMO ‒ L’Assessora alla Cittadinanza Sociale Agnese Ciulla, comunica l’avvio del progetto Un sistema di intervento per prevenire e contrastare la violenza verso le donne e la riattivazione dei servizi residenziali per donne vittime di violenza. Dell’avvenuto avvio del progetto, per il quale sono stati utilizzati i fondi del piano di zona ai sensi della L. 328/2000, l’associazione Le Onde, che opera in partnership con l’associazione Buon Pastore Onlus, ha provveduto a comunicare operativamente la rete cittadina contro la violenza alle donne e ai bambini, composta da Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Municipale, Procura della Repubblica, Tribunale per i minorenni, Comune di Palermo – Assessorato Cittadinanza Sociale, ARNAS Civico di Cristina Benfratelli, AOUP Paolo Giaccone, AOOR Villa Sofia – Cervello, ASP Palermo- Centro Armonia, Le Onde Onlus.
L’intervento mira a garantire, attraverso un sistema integrato d’intervento interconnesso con la rete antiviolenza della città di Palermo, un percorso per le donne vittime di violenza, italiane e straniere, sole o con figli, che vada dal primo contatto alla compiuta definizione della fuoriuscita dalla violenza, anche attraverso l’ospitalità in case rifugio ad indirizzo segreto.
Dal 2 gennaio 2017 è attivo il Centro antiviolenza di via XX Settembre 57. Giorni e orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 09.30 alle ore 13.30 – martedì e giovedì dalle ore 15.30 alle ore 19.30 La seconda sede si aprirà nel mese di marzo. Orari e giornate da definire. I servizi sono gestiti da personale femminile adeguatamente formato e con esperienza nella strutturazione di percorsi individuali di accoglienza per donne vittime di violenza (esperte in counseling di crisi ed interventi sul trauma), integrati da una serie di prestazioni a consulenza sia interne al centro che esterne. Inoltre, dal 23 gennaio 2017, è attivo ‒ 10 ore al giorno dal lunedì al sabato, dalle ore 09.00 alle 19.00 ‒ un Servizio di Accoglienza Telefonica (S.A.T.), il cui numero è 091. 327973, a cui risponderà personale femminile che garantirà l’anonimato ed il rispetto della normativa sulla privacy, fornendo una prima risposta informativa, con particolare riguardo alla messa in sicurezza della donna. Il S.A.T. è il primo punto di contatto per le donne e per operatori. Sul piano metodologico, opererà attraverso l’elaborazione di una risposta progettuale integrata, partendo da una prima analisi situazionale, biografica e di contesto della situazione di violenza prospettata, individuando obiettivi in priorità ed in relazione alla valutazione del rischio in atto.
Attive anche 2 case rifugio per donne vittime di violenza con o senza figli/e le cui beneficiarie saranno: donne native e migranti, sole e/o con figli con meno di 14 anni di età (con particolare attenzione alle prime), vittime di una qualsiasi tipologia di violenza domestica o verso le donne (secondo Convenzione di Istanbul) e residenti nel DSS42, previa valutazione del rischio che permetta l’ospitalità a chi necessità di protezione e di un luogo ad indirizzo segreto per la costruzione di un nuovo progetto di vita per sé e per i propri figli. La disponibilità di posti è limitata, complessivamente n. 24 posti – 8 nuclei, di cui 14 (5 nuclei) per la prima casa rifugio (emergenza) e 10 per la seconda (3 nuclei, secondo livello). Per le situazioni di emergenza/urgenza, gli ingressi in struttura avverranno ad opera di Forze dell’ordine, pronto soccorso ospedalieri, servizi sociali e/o socio sanitari presenti nella rete e del distretto, centro antiviolenza e Servizio di Accoglienza Telefonica (S.A.T.).
Si potrà contattare la casa di emergenza ventiquattro ore su ventiquattro, attraverso il S.A.T. negli orari di accoglienza telefonica, previa valutazione del rischio e ‒ se presenti minorenni ‒ con le procedure consolidate per allontanamento del nucleo in emergenza. La permanenza presso le strutture sarà valutata singolarmente per un periodo variabile in funzione della situazione di emergenza, mentre è prevista di sei mesi/un anno per la permanenza di secondo livello. Il progetto prevede anche iniziative ed attività per la promozione del servizio nell’intero territorio del distretto socio sanitario 42, il cui capofila è la città di Palermo; il coinvolgimento e l’interazione con la rete cittadina antiviolenza e la mappatura delle risorse presenti nel territorio del distretto 42.
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