Il conto corrente “tradizionale” ha costi sempre maggiori: se ne rendono conto tutti i giorni i correntisti e ora la conferma, con tanto di cifre che lo testimoniano, è arrivata da una ricerca condotta dalla Bocconi; un conto corrente oggi costa circa il 40% in più di quanto costava nel 2010 e a far lievitare le spese sono soprattutto le commissioni bancarie per le varie operazioni, come i prelievi, sia al bancomat che allo sportello, i pagamenti delle diverse utenze e i bonifici. Ecco perché molti correntisti hanno cominciato a guardarsi intorno in cerca di una soluzione per risparmiare, spesso rappresentata dai conti online e dall’home banking.
Entrando nel dettaglio della ricerca, si nota come l’aumento dei costi di un conto corrente sia dovuto all’incremento delle commissioni: quella per i prelievi agli sportelli è cresciuta in molti casi da 1,5 a 2 euro e allo stesso modo continua a lievitare la commissione per i prelievi dagli ATM di banche diverse dalla propria. Gli aumenti colpiscono anche chi paga le bollette direttamente allo sportello della banca, con un aumento delle commissioni che nel giro di un paio d’anni ha superato il 20%. E se ad esempio si richiedesse la lista dei movimenti del proprio conto allo sportello? Meglio di no, perché in questo caso l’aumento delle commissioni è superiore addirittura del 50%. A ciò si aggiungono poi delle spese non sempre comprensibili per la maggior parte dei correntisti: gravano sul conto, infatti, 3 euro per il pagamento delle tasse del Comune, 2 euro per l’emissione del libretto con gli assegni, 1 euro per l’invio della prima comunicazione se il formato è cartaceo. Insomma, una serie di costi aggiuntivi di piccole proporzioni, ma che se sommati uno all’altro finiscono per incidere non poco sul conto del correntista, il quale poi deve fare i conti pure con i tassi d’interesse.
Il tasso attivo non frutta ormai quasi nulla, visto che gli aumenti annuali sono pressoché irrisori e si aggirano sullo 0,01%; ben diverso, invece, è il discorso per i tassi passivi – ovvero quando il conto va in rosso – che ormai hanno superato il 20% annuo. I costi complessivi dei conti correnti, dunque, aumentano costantemente e in media hanno superato i 230 euro (fino al 2012 il costo di un conto corrente annuo si attestava su circa 215 euro). I conti correnti che costano di più, inoltre, sono quelli aperti da più tempo. Ciò si spiega col fatto che la spesa aumenta di pari passo con l’anzianità del conto; inoltre, molti conti costano uno sproposito al correntista poiché nella maggior parte dei casi la tipologia di conto non è adatta e il primo consiglio per risparmiare è proprio quello di scegliere un conto a seconda delle proprie esigenze. Sempre più persone nell’arco degli ultimi anni hanno deciso di abbandonare il vecchio conto per aprirne uno online, proprio con l’obiettivo di abbattere le spese relative al conto corrente e risparmiare così del denaro.
La scelta si rivela azzeccata soprattutto se si punta sui conti correnti cosiddetti “a zero spese”, che riducono le spese rispetto a un conto tradizionale addirittura del 90%. In genere il miglior conto corrente zero spese coniuga servizi e risparmio. Un rapido calcolo permette di capire che in un arco temporale di cinque anni, con un conto online si possono risparmiare sino a 650 euro rispetto a quanto avviene con un conto corrente aperto in una banca fisica. Scegliendo l’home banking, e dunque effettuando online tutte le operazioni, le spese di gestione saranno realmente a zero euro o poco più. Nei conti online, infatti, le commissioni per i prelievi sono spesso a zero presso qualunque sportello e i bonifici si possono effettuare direttamente dal PC o da dispositivi mobili (tramite le apposite app) non pagando alcuna commissione. La lista dei movimenti del conto può essere consultata online e di conseguenza non comporta alcun costo, al contrario di quanto avviene con i conti correnti tradizionali. I conti online sono indicati per chi ha particolare dimestichezza con il Web e può svolgere tutte le operazioni tramite computer. Rivolgendosi con frequenza allo sportello, infatti, i costi lievitano e si perderebbero i vantaggi economici dell’avere un conto online. È doveroso inoltre precisare la differenza fra conto a canone zero e conto a canone azzerabile: il secondo assicura un canone annuo a zero euro soltanto se si effettua un determinato numero di operazioni mensili o vi sia una giacenza minima indicata al momento dell’apertura del conto. In caso contrario, il conto non risulterà essere a canone zero.
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