È innegabile che negli ultimi anni, in Italia e in Europa, si è potuto assistere ad un costante aumento dell’influenza degli estremismi di destra e di movimenti di matrice neo-fascista: la loro presenza è ormai sempre più imponente e le loro idee sono sempre più vicine al sentire comune degli strati bassi della popolazione, rendendoli di fatto una delle maggiori forze anti-establishment della politica europea. Il recente straordinario risultato dell’AfD e di Alice Weidel che ha conquistato il 12,6% delle preferenze alle elezioni federali tedesche è solo la punta di un iceberg ben più profondo, alla cui base vi è – in realtà – il fatto che, nonostante tutti gli sforzi compiuti in questi anni dalla Germania e dagli altri paesi, in Europa aleggia ancora lo spettro dell’ingombrante eredità fascista.
Una domanda sorge spontanea: ha ancora senso parlare di Fascismi ed Estremismi in una società liberal-democratica che, come la nostra, ha perso la maggior parte dei riferimenti politico-culturali legati all’epoca del Ventennio Fascista o dell’Imperialismo Nazista ? La risposta non può che essere un deciso sì. Perché se è pur vero che non tutti i movimenti populisti europei che sono spesso stati tacciati – a torto o a ragione – di essere espressione di politiche liberticide non si rifanno intrinsecamente a ideali fascisti o nazisti; è anche vero che, in Italia, abbiamo sempre avuto un atteggiamento quantomeno ambiguo nei confronti di tali soggetti e che, al contrario della Germania, non vi è mai stata una vera epurazione dell’èlite fascista dopo la Guerra dalle nostre Istituzioni, il che ha permesso a molti di riciclarsi nelle file della nuova Repubblica.
Indubbiamente viene subito in mente il nome dell’ex Movimento Sociale Italiano, fondato da Giorgio Almirante e confluito – dopo la Svolta di Fiuggi – in Alleanza Nazionale, guidato poi da Gianfranco Fini per appoggiare il primo Governo Berlusconi del 1994 così uscendo definitivamente dalla fase di ghettizzazione politica in cui versavano i movimenti neo-fascisti. Dopo lo scioglimento del 2009 e la rifondazione ad opera di Giorgia Meloni, Alleanza Nazionale – Fratelli d’Italia ha svestito le sue spoglie di costola dell’ex MSI, rinnegando – in parte – le comuni radici neo-fasciste. AN e MSI non sono certamente gli unici esempi che possono essere fatti in questo ambito, la nostra storia politica è piena di partiti e pseudo-movimenti che si rifanno più o meno alle origini del Ventennio e alla figura del Duce: uno tra tutti è Fascismo e Libertà, più volte citato in giudizio per violazione della legge Scelba e sempre assolto; tuttavia, i partiti dell’area neo-fascista che più stanno facendo parlare di sé in questo periodo sono, indubbiamente, Forza Nuova e CasaPound.
I primi si sono già spesso resi tristemente protagonisti di alcune iniziative razziste, omofobe e antisemite, nonché di varie aggressioni ai danni di migranti e di oppositori politici. Ultima notizia che ha fatto scalpore sui giornali e sui social è stata l’organizzazione da parte degli esponenti di FN di passeggiate per la sicurezza, in cui vengono chiamati a raccolta ultras, esperti di arti marziali e pugili, camionisti e tassisti e, soprattutto, i cittadini di buona fede per rastrellare il territorio «data l’alta concentrazione di immigrati molesti».
CasaPound, invece, rappresenta un unicum nell’ampio panorama dei movimenti di ispirazione neo-fascista. Questi, infatti, definendosi «Fascisti del terzo millennio» intendono sottolineare la loro continuità ideologica con le idee del Ventennio, volendole applicare ai problemi della dialettica sociale moderna. CasaPound, a differenza di altri movimenti, non si propone come una forza antidemocratica ma si presenta puntualmente come lista autonoma alle amministrative, come nel 2013 e nel 2016; da due anni ha anche aderito alla nuova formazione politica Sovranità, inseme alla Lega Nord, nata per appoggiare Matteo Salvini. Tutto ciò è condito da una capillare presenza sul territorio italiano tramite diverse associazioni impegnate negli ambiti più disparati: dal volontariato internazionale – tramite l’ONLUS Sol.Id, nota alla cronaca per essere coinvolta con le Black Special Forces birmane, come riportato da l’Espresso – alla presenza nelle scuole superiori con Blocco Studentesco, finanche associazioni sportive, culturali e ambientali alla cui base vi è sempre un messaggio comune: un discorso ultranazionalista, in chiave solidale volto alla sensibilizzazione degli strati più bassi della popolazione. In sintesi, CasaPound appare come un partito politico che, da una parte, rivendica sia le sue radici neo-fasciste sia il suo squadrismo militante ma, contemporaneamente, essendo inserita legalmente nell’apparato politico-amministrativo italiano, si propone come un’alternativa nazionalista senza essere una forza anti-sistema.
Come spiegano lo storico Enzo Traverso o l’antropologa Maddalena Camilli – la quale, in particolare, si è occupata nel suo saggio Fascisti del Terzo Millennio proprio della realtà di CasaPound nel tessuto politco italiano – il neofascismo non è solo una fase di transizione, una risposta nostalgicamente ideologica che si ricollega alle idee di un periodo ormai morto ma è, invece, estremamente in crescita e molte delle tematiche proprie dei vecchi partiti di sinistra (organizzazioni culturali, volontariato, presenza nelle scuole) sono ormai entrate definitivamente nell’area di influenza delle nuove destre e la loro politica sta pagando i dividendi: basta solo dare uno sguardo alla massiccia presenza sul web dei manifesti delle loro attività o dell’enorme numero di consensi che trovano sulla rete e sui social, come dimostrato anche dal saggio Web Nero di Manuela Caiani e Linda Parenti, in cui è analizzato l’uso che di piattaforme come i gruppi Facebook fa l’estrema destra italiana.
È chiaro perciò che l’eredità nazifascista è ancora molto presente nella società europea ed è anche chiaro che i nuovi partiti dell’estrema destra – o come si preferisce chiamarli oggi, dell’alt-right – hanno trovato così un substrato comune dal quale partire per entrare nel canale mainstream della politica dei loro Stati.
Da Alba Dorata in Grecia al National Front in Inghilterra, passando per CasaPound e Forza Nuova in Italia, per arrivare ad Alternative für Deutschland in Germania, tutti questi partiti si contraddistinguono per avere alcuni temi in comune: sono euroscettici, difensori della famiglia tradizionale, xenofobi e populisti. Insomma, il Fascismo è un fenomeno storico-sociale, facente parte dell’eredità culturale e politica europea e non possiamo pretendere che interventi come la la legge Scelba o la più recente legge Fiano possano realmente mettergli fine definitivamente. Il discorso è molto più complesso e merita un’attenzione e uno sforzo di gran lunga superiori a quelli impiegati finora: certo, queste possono rappresentare un appiglio solido da cui partire per evitare che la dottrina fascista riprenda piede nella nostra società ma i valori della Resistenza, gli ideali dei Partigiani e il sangue versato dai milioni che soffrirono durante il Ventennio non possono andare dimenticati ma vanno coltivati, vissuti e insegnati alle nuove generazioni affinché orrori simili non si ripetano in futuro.
Francesco Maccarrone
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