Questa mattina è venuto a mancare Aldo Biscardi, noto giornalista sportivo e conduttore televisivo che negli anni ’80 rivoluzionò il mondo dell’informazione calcistica con il suo “Processo del Lunedì”, e condotto dallo stesso Biscardi dal 1983 al 1993, per poi portare il programma su Tele+, rete televisiva a pagamento, e condurlo fino al 2016. Da quest’anno, a causa dei suoi problemi di salute, la conduzione è passata nelle mani di Giorgia Palmas ed Elena Barolo. Il Processo di Biscardi è un varietà che ha caratterizzato e non poco l’ultimo trentennio, ottenendo negli anni risultati degni di nota e accompagnando gli amanti del calcio ogni lunedì e, dal 1982 al 2016, anche in occasione dei Mondiali (eccezion fatta per l’edizione 2006, che vide il trionfo dell’Italia di Marcello Lippi), rivoluzionando il mondo dei programmi televisivi a tema calcistico. Dopo la notizia della sua scomparsa sono arrivati tantissimi messaggi di affetto e di cordoglio da parte dei tanti che hanno avuto modo di seguirlo in tv, di suoi amici, collaboratori e numerosi personaggi del mondo del calcio, tra cui numerose società.
Aldo Biscardi, inoltre, si è a lungo battuto per l’introduzione della moviola in campo – tanto da adottare una sorta di moviola nel suo programma, il “Moviolone”, e aver lanciato una petizione online che raccolse circa 10.000 firme – e, proprio nell’anno in cui la VAR, la videoassistenza arbitrale, ha debuttato in Italia, muore ad 86 anni a Roma. Originario di Larino, in provincia di Campobasso, avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 26 novembre ed era ricoverato da qualche settimana al Policlinico Gemelli di Roma. In oltre trent’anni, il suo Processo ha regalato tanti momenti unici ed indimenticabili, che hanno fatto sì che il programma restasse nel cuore di innumerevoli spettatori e appassionati di calcio per tanti anni. Di seguito ecco alcuni avvenimenti che è impossibile non citare in tale lista, tra scoop, risse, liti, diatribe, sorprese e la battaglia per portare Roberto Baggio ai Mondiali 2002.
KAKÁ RESTA AL MILAN – Silvio Berlusconi, presidente del Milan dal 20 febbraio 1986 allo scorso 13 aprile, è spesso stato ospite in collegamento telefonico del Processo di Biscardi. Tra le tante telefonate del ben quattro volte Presidente del Consiglio dei Ministri, spicca quella del gennaio 2009, in cui si vociferava di un possibile addio del fuoriclasse brasiliano Kaká al Milan per trasferirsi agli inglesi del Manchester City a suon di milioni. La trattativa pareva ormai in fase avanzata e i tifosi rossoneri si erano rassegnati a perdere il loro campione e pupillo, ma Berlusconi annunciò in diretta che il Pallone d’oro 2007 sarebbe rimasto sulla sponda rossonera del Naviglio, mandando in visibilio l’ospite in studio Tiziano Crudeli, noto giornalista sportivo nonché tifoso sfegatato del Milan. Si tratta di uno dei tanti scoop di Aldo Biscardi, anche se in contemporanea la notizia della permanenza di Kaká alla corte di Carlo Ancelotti fu annunciata anche da Sky Sport e Premium Sport. Il talentuoso calciatore brasiliano avrebbe poi lasciato i rossoneri l’estate seguente, per approdare al Real Madrid per circa 64,5 milioni di euro.
CONTE UN ALTRO ANNO, NIENTE EUROPA PER IL PARMA – Il 20 maggio 2014, data dell’ultima puntata del Processo della stagione 2013-2014, furono annunciate ben due notizie di rilievo in esclusiva: la conferma di Antonio Conte sulla panchina della Juventus per almeno un’altra stagione e il mancato consenso dell’UEFA all’approdo in Europa League del Parma. Il tecnico pugliese, di lì a poco spiazzerà tutti dimettendosi dalla guida tecnica dei bianconeri e approdando, circa un mese più tardi, sulla panchina della Nazionale in sostituzione di Cesare Prandelli, dimessosi a sua volta dopo il fallimentare Mondiale in terra brasiliana. Per ciò che concerne la società ducale, invece, la squadra di Roberto Donadoni aveva guadagnato sul campo l’accesso al turno preliminare di Europa League, l’ex Coppa UEFA – trascinata da un gruppo solido e dalle prodezze di un Antonio Cassano in grande spolvero – ma non le fu concessa la licenza a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi. L’anno successivo vivrà un’annata tutt’altro che memorabile, retrocedendo in Serie B sul campo da ultima in classifica e venendo spedita in Lega Pro, mentre il Torino di Gian Piero Ventura – classificatosi appena dietro ai gialloblu nella stagione precedente – disputerà il torneo continentale in luogo degli emiliani. L’annuncio in diretta di due notizie a dir poco rilevanti fu la miccia ideale per accendere un dibattito molto intenso, registrando la più alta partecipazione del pubblico da casa, con un numero elevatissimo di mail e messaggi che contribuì ad alimentare il dibattito. Al fianco di Aldo Biscardi c’era la showgirl e attrice argentina Georgia Viero.
IL “PENDOLINO” DI MAURIZIO MOSCA – Un altro tratto caratteristico del Processo di Biscardi era il “Pendolino” di Maurizio Mosca, noto giornalista le cui previsioni sulle partite riscuotevano molto seguito. In occasione dell’ultima giornata della stagione 2001-2002, in cui l’Inter si giocava lo Scudetto in casa della Lazio e la Juventus, ancora in corsa per il titolo, attendeva speranzose buone notizie dall’Olimpico, il “Pendolino” si espresse così: vittoria per 3-2 dell’Inter, con doppietta di Crespo (e rigore parato da Toldo al centravanti argentino) e reti nerazzurre firmate da Ronaldo (espulso poi in seguito a una rissa) e Recoba, quest’ultimo autore di una doppietta. Secondo tale pronostico, l’Inter avrebbe dovuto mettere in bacheca il suo Scudetto numero tredici, che invece arriverà nel 2005-2006, in seguito alla sentenza di Calciopoli. Sfumerà, dunque, il sogno dei nerazzurri di Héctor Cúper, sconfitti dalla Lazio per 4-2 in quel 5 maggio che passerà alla storia e incoronerà la Juventus di Lippi, vincitrice per 2-0 in casa dell’Udinese.
LITI SGARBI, MOSCA E SQUITIERI – Il Processo di Biscardi ha avuto come ospiti tanti personaggi legati non soltanto al mondo del calcio, tra cui il critico d’arte Vittorio Sgarbi e l’ex sceneggiatore e politico Pasquale Squitieri. I due furono protagonisti di una lite accesa circa il guadagno eccessivo dei calciatori, con il primo che difese la categoria e ritenne fuori luogo il fatto che il secondo paragonasse gli stipendi dei calciatori a quelli dei poliziotti. Tra toni forti e polemici si intromise Maurizio Mosca e scoppiò il putiferio. Non si tratta né del primo né dell’ultimo caso di risse e diatribe al Processo di Biscardi, in cui spesso e volentieri numerosi dibattiti sono sfociati in pesanti liti tra i vari ospiti delle puntate. Un altro aneddoto legato alla celebre trasmissione è quello riguardante all’incontro tra Maurizio Mosca e Zico, noto calciatore brasiliano che in Italia indossò la maglia dell’Udinese dal 1983 al 1985 e fu un punto fisso della Nazionale brasiliana per circa un decennio: In occasione di una puntata dei primi anni del Processo di Biscardi, in studio erano ospiti sia il giornalista che il calciatore, intervistato dallo stesso Mosca pochi anni prima per la Gazzetta dello Sport. L’intervista, nella quale Zico avrebbe dichiarato che l’asso francese Michel Platini era ormai sul viale del tramonto, fu di fatto inventata. Aldo Biscardi si rivolse a Zico per scoprire come avesse stretto amicizia con Maurizio Mosca, ma il Galletto gli disse di non conoscerlo affatto.
BAGGIO AI MONDIALI – Oltre alla moviola in campo, un’altra battaglia per la quale Aldo Biscardi si batté molto fu quella relativa alla convocazione di Roberto Baggio ai Mondiali di Corea e Giappone 2002. Il fuoriclasse di Caldogno, allora 35enne, era reduce da un’ottima stagione con la maglia del Brescia di Carletto Mazzone, che aveva trascinato ad una tranquilla salvezza grazie a ben 11 reti in 12 gare (12 gol in 15 partite tra campionato e Coppa Italia). In molti ne chiedevano a gran voce la convocazione, per una Nazionale che disponeva comunque di nomi di sicura affidabilità in avanti (Totti, Del Piero, Vieri, Inzaghi, Montella), ma il Divin Codino aveva da poco recuperato da un infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro e non fu inserito nella lista dei 23 convocati dal Trap. Il suo approdo in Corea e Giappone avrebbe scaldato i cuori dei romantici, quello di Biscardi in testa, ma le cose andarono diversamente e il cammino dell’Italia di Trapattoni si arrestò bruscamente agli ottavi, dopo un girone sofferto e una controversa sfida contro i padroni di casa della Corea del Sud, in cui alcune decisioni controverse dell’arbitro Byron Moreno sancì l’uscita di scena degli azzurri.
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Categoria: Sport
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