È possibile il trapianto di testa? Secondo un neurochirurgo italiano questa idea sarà una realtà entro il 2017. Non è la prima volta che il chirurgo italiano Sergio Canavero, specializzato nelle patologie del sistema nervoso, e il suo progetto sul trapianto di testa fanno parlare di sé. La suddetta è una vicenda molto contorta, rispetto ai quali aspetti scientifici bisogna fare chiarezza.
Già nel 2013, Canavero aveva pubblicato un articolo sulla rivista Summary Neurology International riguardo alla fattibilità di questo tipo di trapianto. La teoria aveva fatto discutere molti. Pochi giorni fa, lo stesso dottore ha pubblicato una nuova argomentazione sulla stessa rivista, in cui spiega nei dettagli l’operazione che entro il 2017 renderebbe possibile l’impresa. Il progetto verrà annunciato in occasione della conferenza di giugno 2015 dell’AANOS (American Academy of Neurological and Orthopaedic Surgeons) e,se si dimostrasse davvero possibile, potrebbe dare speranze a persone affette da cancro o da malattie degenerative muscolari o del sistema nervoso. Canavero si ritiene ottimista sulla questione, dichiarando di essere in grado di superare gli ostacoli che negli esperimenti del chirurgo sovietico Vladimir Demikhov (nel 1954) e del neurochirurgo americano Robert White (nel 1970) avevano impedito di portare a termine il delicato intervento: la fusione del midollo spinale e il rigetto del trapianto da parte del sistema immunitario.
Il metodo, ora rinominato “metodo Canavero”, viene spiegati nell’articolo sulla rivista Summary Neurology International di pochi giorni fa: si prevede il raffreddamento dei due corpi coinvolti nell’operazione per prolungare la loro resistenza in assenza di ossigeno. Una volta tagliato il tessuto del collo e collegati i vasi sanguigni, è la volta del midollo spinale, che verrebbe fuso grazie all’ultilizzo di glicole polietilenico. Dopodiché, i muscoli e i vasi sanguigni vengono suturati e il paziente viene tenuto in coma per circa 3 o 4 settimane, con stimolazioni elettriche della spina dorsale. La questione del rigetto sarebbe invece risolta con farmaci già collaudati nei trapianti di organi.
Parte della comunità chirurgica non è d’accordo, per il timore della falsa illusione. Soprattutto, molti ritengono inverosimile la riuscita dell’operazione. Bisognerà, quindi, aspettare la conferenza dell’AANOS per valutare il progetto. Intanto, diversi scienziati contattati da NewScientist si sono rifiutati di esprimere un commento personale sull’argomento. Un parere negativo arriva, invece, dal neurochirurgo Harry Goldsmith dell’Università della California, il quale afferma: «non credo che funzionerà mai, ci sono troppi problemi di procedura». Mentre Alberto Delitala ha dichiarato a La Stampa: «Oggi parlare di teste mozzate è la scorciatoia più meschina per ottenere visibilità. Ciò che Canavero va dicendo da anni non ha nessun fondamento. La scienza ha bisogno di prove, dimostrazioni. Ripetibilità. La sua teoria non ha niente di tutto questo. L’unico effetto che merita attenzione è la fila di malati, disperati, che bussa alla sua porta. L’etica è una questione che quell’uomo non si pone». Al NewScientist, infine, Canavero ha dichiarato: «se la società non lo vuole non lo farò. Ma se la gente non lo vuole negli Stati Uniti o in Europa, non è detto che non verrà fatto altrove». E a La Stampa scrive: «è la salvezza per paraplegici e malati di distrofia».
Ciro Pappalardo
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