Domenica, a Jerez, stava per consumarsi l’ennesima impresa del fenomeno spagnolo. Marquez ha dato prova di una grandezza disarmante, quasi impossibile da limitare. “Quasi”, perché solo il suo infortunio è stato capace di dare qualche possibilità ai suoi contendenti. Ormai con Marc Marquez da Cervera il livello raggiunto è questo: sperare in un suo passo falso per vincere. Non certamente un infortunio del genere, però.
Qualunque appassionato, fanatico o meno, accende la televisione ogni domenica per un esibizione del genere. Marquez ha portato sè stesso e la moto a un limite mai raggiunto. E al primo appuntamento di quest’atipica stagione, il 93 stava per costruire un’impresa senza tempo. Da lacrime agli occhi.
Primo senza particolari pressioni (come sempre, da quasi 7 anni) salva come d’abitudine la chiusura d’anteriore della sua HRC in curva 4. La grandezza della sua guida è arrivata a un punto tale da ricomprendere nel suo stile anche un salvataggio del genere. Roba da alieni. Finisce dunque in ghiaia, riesce a domare quel cavallo imbizzarrito e strappa applausi. Riparte, ma lo fa dalla sedicesima posizione, in fondo alla classifica e a 10 secondi da Viñales (primo in quel momento).
Giro dopo giro, sorpasso dopo sorpasso, mostra una padronanza dello spazio tempo senza pari. Costruisce una rimonta senza precedenti, rimontando fino al terzo posto. Mostra una superiorità imbarazzante. Ogni singola mossa è di una pulizia estrema. Non forza alcun sorpasso sul corpo a corpo. Marquez è semplicemente l’uomo più veloce in pista. Ma anni luce.
Un’impresa titanica, che sembra non accontentarlo. L’8 volte campione del mondo appare mai domo e in soli diciassette giri rimonta il gap sullo spagnolo della Yamaha. Per comprendere la portata della rimonta, basti pensare che Viñales era uno dei migliori piloti per passo gara. Curva dopo curva riesce a recuperare, fino ad arrivare allo stesso punto del primo errore. Curva 4, il posteriore scivola bruscamente sul punto in pendenza e si materializza il disastro. Uno spaventoso high side catapulta il corpo di Marquez in aria, che cade e rotola fino ad arrivare in ghiaia.
Non è tanto la botta sull’asfalto a pregiudicare le condizioni del pilota Honda. Grazie alle nuove tecnologie delle tute ne sarebbe uscito illeso. È la moto, invece, che girando porta la ruota anteriore a colpire il polso del pilota. Il polso è dolorante e a fatica si muove, la tuta è inutilizzabile e la moto ormai distrutta. Le urla riecheggiano a Jerez mentre la possibilità di vedere la più grande impresa in MotoGP dell’ultimo decennio svanisce nel nulla.
Gli haters di tutto il mondo escono dalle tane. Esultano nel vedere Marquez lasciare dolorante la pista. Nel frattempo Fabio Quartararo centra indisturbato la sua prima vittoria in MotoGP, davanti al già citato Viñales e a Dovizioso, autore di una gran gara. Il mondiale potrebbe non essere più un monopolio e le orecchie sono tutte puntate sulla clinica mobile del paddock.
Frattura dell’omero con interessamento del nervo radiale. E tutti gli odiatori da tastiera a esultare. Una rimonta del genere sarebbe stata paragonabile a quella di Valentino Rossi in Catalogna 17 anni fa. Incensarlo a tal punto sarebbe stato troppo, per il nuovo fenomeno che presto raggiungerà il dottore. Come se la caduta rimediata a Jerez fosse stata la punizione divina per quel finale del 2015 che ha portato via il decimo titolo del 46. Una sorta di contrappasso, per tutto ciò che è accaduto dalla gara di Sepang di 5 anni fa in poi.
Gli stessi che piangevano per la morte di Simoncelli in quel disgraziato 23 ottobre 2011, magari, domenica hanno esultato all’infortunio del campione del mondo in carica. “Con una stagione così contingentata si aprono le speranze per un altro campione del mondo”, avranno pensato. Sono questi gli effetti di un tale dominio in uno sport altamente competitivo come la MotoGP. Uno sport a livelli estremi. Livelli raggiunti, superati e forse doppiati da Marquez, che più di tutti negli ultimi 7 anni ha rivoluzionato per sempre il modo di andare in moto frantumando record su record.
Volente o nolente tornerà in pista (alcuni ipotizzano anche l’8 agosto). Tornerà e nonostante il largo vantaggio lasciato ai principali avversari, lotterà fino all’ultimo per arrivare a quota 9. E se non arriverà in questa stagione è probabile che arriverà nei prossimi anni. Il suo è un dominio incontrastato e forse mai visto nel mondo del motorsport. Il fenomeno resterà fenomeno, mentre gli odiatori da tastiera resteranno tali.
Francesco Mascali
Fonte foto: Wikipedia
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Proprietario, editore e vice direttore di Voci di Città, nasce a Catania nel 1997. Dopo aver conseguito il diploma scientifico nel 2015 intraprende gli studi universitari presso il dipartimento di Giurisprudenza di Catania. Ama viaggiare, immergersi nelle serie tv e fotografare, ma sopra tutto e tutti c’è lo sport: che sia calcio, MotoGP o Formula 1 non importa, il week-end è qualcosa di sacro e intoccabile. Tra uno spazio e l’altro trova anche il modo di scrivere e gestire un piccolo giornale che ha tanta voglia di crescere. Da aprile 2019 è un giornalista pubblicista iscritto regolarmente all’albo professionale. La sua frase? «La vita è quella cosa che accade mentre sei impegnato a fare altri progetti»