L’ex team principal di Alfa Romeo era però arrivato nello scetticismo generale ma con la convinzione, da parte dell’ambiente, che un cambio di rotta potesse solo far bene ad una Ferrari in cerca di riscatto e di competitività. Purtroppo però l’andamento del cavallino rampante in questa prima parte di stagione non è stato dei migliori, per usare un eufemismo. Anzi, si può parlare decisamente di delusione: soli 100 punti raccolti e un solo podio conquistato (terzo posto di Leclerc a Baku), e per ora la scuderia è quarta in classifica dietro Red Bull, Mercedes e Aston Martin. A livello individuale ovviamente la situazione non è migliore con il pilota francese settimo a 42 punti e Sainz sesto a 58. Ormai non si tratta più di spie di allarme ma la certezza che nella migliore delle ipotesi questo è l’anno zero della Rossa.
È dall’inizio della stagione che all’interno del box Ferrari non si riesce a trovare il bandolo della matassa. Vasseur a più riprese ha sempre dichiarato che “serve capire cosa non va”. Se in sei mesi restano solo punti interrogativi qualcosa sicuramente va rivisto. Soprattutto se nei GP finiscono davanti alla Ferrari la solita Red Bull ma anche Aston Martin, Mercedes e Alpine. Di certo le scommesse sulla Formula Uno rivelano fin dall’inizio della stagione una netta superiorità della scuderia guidata da Christian Horner ma qualcosa di più dal Cavallino Rampante ci si aspettava. Quanto meno non era nei piani vedere tanto nervosismo da parte dei piloti fino al mutismo vero e proprio, come è accaduto in Spagna quando Leclerc consiglia di montare le soft, il muretto acconsente ma al momento di entrare ai box avvisa il pilota che gli verranno montate le hard. Di lì il silenzio fino a fine gara.
Uno degli aspetti positivi, per controbilanciare questa analisi, sta sicuramente nella velocità di punta della Ferrari. In qualifica la Rossa è velocissima e riesce a competere con la Red Bull. Ma con le qualifiche non si fa la storia e la realtà dice che spingendo al massimo la macchina il consumo delle gomme è insostenibile. In questo quadro negativo a Maranello stanno facendo di tutto per studiare soluzioni diverse, analizzare i dati, sperimentare nuove soluzioni ma al momento quello che stupisce è il fatto che ogni volta che si fa un passo in avanti non si riesce a mantenere una costanza nei GP successivi. D’altronde una delle fasi della ricostruzione Ferrari è stata proprio la rivoluzione degli ingegneri. E ad andare via è stato proprio David Sanchez, il capo del concept della macchina, colui che ha una visione globale del progetto.
La Ferrari oggi è un cantiere a cielo aperto, tanto nello sviluppo della macchina quanto nell’individuazione degli uomini che possono cambiare le sorti della scuderia di Maranello. Ecco, se in Red Bull l’idea della macchina è di Adrian Newey e in Mercedes di James Allison chi c’è in Ferrari? Qui forse c’è la differenza con gli avversari. Anche qui non ci sono ruoli ben definiti e gli sviluppi in atto sicuramente non potranno avere effetti nel breve periodo. Ecco perché a metà stagione Vasseur probabilmente sta già pensando al 2024. Una scelta che forse può pagare nel medio periodo ma che apre uno scenario nel futuro prossimo dei tifosi dai contorni foschi. Bene che deve andare, di questo passo la prospettiva è quella di lottare per il terzo posto. Ora, i lavori in corso da Montecarlo in poi daranno alcune risposte probabilmente, soprattutto sulla capacità di reazione della Ferrari. Ma con una Mercedes in grande ripresa e una Aston Martin che spaventa tutti il rischio è di vedere un’altra stagione fallimentare dopo l’illusione del campionato scorso quando, dopo anni di buio, i tifosi ferraristi hanno iniziato a vedere la luce fuori dal tunnel. Un tunnel in cui la Rossa sta percorrendo proprio nel mezzo senza vederne la fine.
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