Un’idea che mira a rimodulare il calendario delle competizioni internazionali. Dopo la UEFA Nations League, che andrà a sostituire in toto le qualificazioni agli Europei e limiterà il numero di incontri amichevoli di scarso interesse tra Nazionali, è in arrivo la nuova formula del Mondiale per Club, che si allarga e acquisisce maggiore importanza, almeno nelle intenzioni degli ideatori dell’iniziativa (tra cui spiccano Zvonimir Boban e Marco van Basten, ricorda Fox Sports), presenti nello staff del presidente FIFA Gianni Infantino. Ecco come prenderà vita l’idea secondo quanto trapelato da Marca e rilanciato dalle principali testate giornalistiche sia italiane che internazionali.
Ci troviamo dinanzi ad una potenziale Superlega – teatro di confronto tra i top club – proposta avanzata da più parti nel corso degli anni. Vi sono stati vari tentativi pionieristici a riguardo, ma stavolta la macchina organizzativa della FIFA si metterà in moto affinché la prima edizione del rinnovato Mondiale per Club, in programma a giugno 2021, sia un successo in termini di pubblico e spettacolo in campo, in modo tale da diventare un appuntamento fisso a cadenza quadriennale. La Cina si propone come Paese ospitante della rassegna iridata e conta di poter sfruttare questo appuntamento per promuovere il calcio tra la popolazione dopo i grandi investimenti fatti negli ultimi anni.
24 squadre suddivise in otto gironi da tre, le prime classificate di ogni raggruppamento si qualificano per la fase ad eliminazione diretta, che parte dai quarti di finale fino ad arrivare alla finalissima che assegnerà il trofeo. Riguardo al numero delle partecipanti, la quota dei club europei e sudamericani (rispettivamente 12 e 5) sarà maggiore rispetto alle compagini asiatiche, africane e nordamericane, presenti in numero di due. A completare il quadro ci sarà la squadra campione del Paese ospitante (quindi la prima edizione vedrà ai nastri di partenza anche i vincitori della Chinese Super League del 2020). Da definire la posizione del club detentore della Champions League oceanica, che potrebbe giocarsi l’ultimo pass previo spareggio.
Data per scontata la presenza dei vari campioni continentali, quali sarebbero i criteri di partecipazione al torneo? Facile da intuire in quota UEFA la presenza dei top team ispanici, che in questi anni stanno facendo incetta di titoli e piazzamenti, a discapito del calcio italiano, che al momento può contare sulla Juventus, finalista di Champions nel 2015 e 2017, come rappresentante unica del movimento a livello di club.
Un’altra idea innovativa che potrebbe in qualche misura cambiare il mondo del calcio, assieme al Mondiale a 48 squadre a partire dal 2026 e alle gare di Champions League nel week-end (di quest’ultima potenziale novità ne parla il Corriere della Sera). Tutte proposte da verificare all’atto pratico nell’ottica di incrementare i profitti che ruotano attorno al sistema calcio. Di contro non va dimenticato che la tanto decantata Superlega si disputerebbe in pratica all’indomani della finale di Champions, tradizionale atto conclusivo di una stagione lunga e dispendiosa su vari fronti per i top club. Restando nel campo delle ipotesi, il rischio di un impatto “freddo” come per l’attuale Mondiale per Club o una Confederations Cup scarsamente appassionante è molto alto.
Gabriele Mirabella
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