Calderara di Reno, Bentivoglio, San Giorgio di Piano e San Lazzaro, ecco i quattro paesi scelti per lanciare il nuovo progetto firmato Unindustria che promuove la buona volontà dei ragazzi, portandoli fino al diploma e, successivamente, inserendoli nel mondo del lavoro.
BOLOGNA – La scuola è iniziata da una settimana oramai e sia gli alunni che gli insegnanti sono tornati ai loro posti all’interno delle aule, ma qualcosa è cambiato: infatti, in quattro comuni bolognesi (Calderara di Reno, Bentivoglio, San Giorgio di Piano e San Lazzaro) è approdato il progetto Unindustriamoci, portato avanti da Unindustria. Unindustria Bologna è l’associazione di imprese che rappresenta e tutela le imprese bolognesi, piccole, medie e grandi, alle quali mette a disposizione l’eccellenza e la qualità dei servizi e della cultura d’impresa delle due associazioni di origine (Api Bologna e Confindustria Bologna).
Il progetto di quest’anno ha come protagonisti i ragazzi di I media dell’anno scolastico 2015-2016. Continuerà ad accompagnare coloro che vorranno intraprendere alle superiori il percorso di studio tecnico, i quali saranno seguiti per tutti i cinque anni e avranno l’opportunità di partecipare a stage formativi retribuiti in una delle aziende di Unindustria. Alla fine dei cinque anni, i ragazzi ormai adulti e formati, soprattutto i più meritevoli, potranno ottenere un contratto all’interno di una delle imprese dell’Unione. La formazione “speciale” prevede un orario prolungato al pomeriggio, nel quale verranno affrontate in maniera particolare e approfondita materie quali: inglese, educazione alla cittadinanza e un approccio pratico all’informatica. Quest’iniziativa, però, non si limita a un approccio teorico; difatti, Unindustria ha stanziato circa 500.000 euro per arredare in maniera tecnologica e moderna le nuove classi, ma anche per pagare i pasti e chi assiste le classi durante l’ora di mensa.
«Penso sia importante che la scuola venga supportata dove ci siano carenze dovute alle scarse risorse» ha dichiarato a VdC Tiziana, mamma di un ragazzo coinvolto nel progetto. Continua dicendo: «Da questa unione privato-pubblico ne gioveranno tutti da un punto di vista sociale, poiché i ragazzi frequenteranno un contenitore adatto a loro e anche quelli meno seguiti avranno la possibilità di crescere in un ambiente più sano, nonostante questo si traduca in un orario prolungato. Certo, anche io ho delle remore, soprattutto perché è la prima volta che si lancia un progetto del genere, ma sono fiduciosa perché comprendo il grande valore sociale che porta con sé».
Non è sempre facile far andare d’accordo pubblico e privato, spesso perché si hanno punti di vista differenti o diversi obiettivi. Unindustriamoci sembra, però, essere l’eccezione che conferma la regola. Sperando che questo possa essere il primo passo verso tante altre collaborazioni, così da poterne godere tutti dei vantaggi che queste comportano ed in primis i ragazzi che sono la base della nostra società.
Roberta Ventura
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