A volte si è certi di aver perso tutto, ma non è sempre così come sembra. Questo è ciò che è accaduto ad un uomo, sopravvissuto all’Olocausto, che a 102 anni ha scoperto l’esistenza di una parte della famiglia che non credeva di avere. L’incontro è stato permesso da un ente che si occupa delle tragedie dovute alla Shoah.
Siamo nel 1939 quando la Polonia è invasa dai nazisti. In pieno periodo di guerra mondiale il giovane Eliahu Pietruszka, a soli 24 anni, decide di cercare rifugio in Unione Sovietica. Saluta così la sua famiglia, che invece rimane a Varsavia, compresi i suoi fratelli minori Volf e Zelig. Alla fine della guerra Eliahu fa di tutto per rintracciare i suoi familiari, ma l’unica notizia attendibile sembra essere la loro morte in un campo di concentramento. Dopo la straziante scoperta, il sopravvissuto deve far andare avanti la sua vita: si sposa e nel 1949 si trasferisce in Israele in cerca di un futuro più sereno.
Lo Yad Vashem è l’Ente nazionale israeliano per la Memoria della Shoah. Tra gli svariati obiettivi che si pone il primario è sicuramente quello di tramandare il ricordo delle vittime. Esiste un database che contiene i loro nomi, si tratta di un modo per ridare dignità alle persone che venivano identificate tramite dei numeri. Un altro scopo fondamentale è quello di promuovere l’incontro con i parenti dei quali si sono perse le tracce. È proprio grazie a questo tipo di progetto che Eliahu Pietruszka si è reso conto di non essere l’unico sopravvissuto della sua famiglia.
Dopo ben 78 anni dall’ultimo abbraccio con i suoi familiari, Eliahu scopre una verità incredibile. Pensando che nessuno dei suoi parenti fosse sopravvissuto, aveva quasi messo il cuore in pace. Gli viene riferito, però, di una testimonianza pubblicata sul sito dello Yad Vashem da un certo Volf Pietruszka nel 2005. Vengono avviati i contatti e viene ricostruita la storia: uno dei suoi fratelli era scampato alla morte facendo per tutta la vita l’operaio edile nei Monti Urali, morendo purtroppo nel 2011. Non tutto è perduto, perchè Volf ha avuto un figlio che oggi fa il muratore in Russia.
Alla scoperta di uno zio che non pensava di avere, Alexandre (il figlio di Volf) reagisce volando immediatamente in Israele. L’incontro tra zio e nipote, che si sono fortunatamente ritrovati, è avvenuto in questi giorni davanti ai commossi funzionari dello Yad Vashem. «È un miracolo, non avrei mai pensato che sarebbe successo. Mi rende così felice sapere che ci sia ancora una parte di mio fratello in vita. Non è mai troppo tardi, le persone possono sempre trovare quello che cercano», spiega un emozionatissimo Elihau a Repubblica. La speranza deve essere sempre l’ultima a morire perchè un lieto fine può essere possibile in ogni situazione.
Sara Tonelli
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