Il cioccolato, che a seguito della scoperta dell’America fu importato in Europa come cibo per pochi (in quanto molto costoso), non poteva che riscontrare nel tempo ampia diffusione e apprezzamento generale. Gli amanti dei lieti fini lo mangiano a pasto concluso, mentre i più ghiotti, per non abusarne, nascondono per casa intere tavolette acquistate in precedenza, in modo da non averle costantemente sott’occhio; e così, tra Befane che li portano ai bambini buoni, e bambini un po’ meno buoni che li rubano di nascosto a signore gentili, probabilmente scambiandole per befane, i cioccolatini rappresentano ormai l’amore eterno del palato di molti – tant’è che è ormai quasi del tutto sfatato il luogo comune secondo cui questo alimento, tanto apprezzato da grandi e piccini, faccia male.
A vantaggio dei più golosi, gli studiosi hanno nel tempo dimostrato, effettivamente, come quello che un tempo veniva definito cibo o bevanda degli dèi sia un toccasana per il cuore, poiché riesce ad abbassare la pressione sanguigna e il rischio d’infarto. Da preferire, comunque, in quanto contenente meno grassi e zuccheri -stretti alleati di brufoli e chili di troppo – sarebbe il fondente, il quale, per essere definito tale, deve necessariamente contenere almeno il 35% di cacao. E, se il 25% è necessario per ottenere del cioccolato al latte, per quello bianco è sufficiente il burro di cacao. Pare, peraltro, che, contenendo flavonoidi, questo faccia bene alla pelle e la protegga dall’azione dei raggi ultravioletti e che, per le sue proprietà vasodilatatrici, possa anche migliorare la concentrazione. È stato uno studio svedese, invece, a dimostrare come 45 grammi di cioccolato a settimana riducano nelle donne il rischio di ictus del 20%.
Oggi, un altro effetto positivo sembra aggiungersi alla sempre più numerosa lista legata al dolce alimento. Gli scienziati della Indiana University hanno, infatti, condotto uno studio che porta a sostenere tra le proprietà del fondente quella di prevenire il tumore al pancreas. Quest’ultimo, spiega la ricercatrice Ka He, «è davvero unico e diverso dagli altri tipi di cancro. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è basso e ciò rende la prevenzione e l’identificazione dei fattori di rischio associati con questa malattia molto importanti». Secondo quanto riferito dal British Journal of Cancer, gli effetti terapeutici sarebbero più precisamente da attribuire al magnesio – spesso assunto sotto forma di integratori fino a raggiungere le quantità raccomandate -, ampiamente presente non solo nelle verdure a foglia verde e nella frutta secca, ma proprio nel cioccolato più dark. Su un campione di oltre 66.000 persone tra i 56 e i 70 anni è emerso che, ad ogni diminuzione di 100 mg nell’assunzione giornaliera di magnesio, corrispondeva un aumento del 24% nella comparsa della neoplasia.
Ma non è tutto, perché la cioccolata, come ormai noto, è anche un antidepressivo naturale: facilitando la produzione di endorfine e contenendo feniletilamina, che il nostro cervello produce in risposta a sentimenti di desiderio fisico e persino d’amore, e essendo associata alla serotonina, la quale svolge un’azione inibitoria e tranquillizzante, sembra essere proprio lei la chiave della felicità. E, si sa, alla felicità non si rinuncia.
Concetta Interdonato
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