Mancano, ormai, solo pochi giorni alla fine del Natale. Arriva l’Epifania, che tutte le feste porta via. Grandi cenoni, abbuffate di ogni genere, riunioni di famiglia e amici ecc. sono, di norma, ciò che caratterizza ogni Natale, con ripercussioni – anche parecchio notevoli – sulla linea e sul proprio riposo notturno. A tal proposito, si è constatato che quanto su citato influisce negativamente sui naturali ritmi del sonno: infatti, sebbene si creda che le feste aiutino a recuperare il sonno perduto durante i mesi, in realtà, molto spesso si va incontro a un’ulteriore stanchezza fisica, nonché mentale.
Come ci spiega Focus, il riposo umano è connotato da tre meccanismi molto importanti: dall’omeostasi, ovvero il concetto secondo cui quanto più tempo restiamo svegli, tanto più aumenterà il bisogno di dormire; dalle successioni circadiane, determinate dall’alternanza giorno-notte; infine, dalle cause psicologiche che ci tranquillizzano prima di metterci a dormire. Tuttavia, se durante l’anno siffatti ritmi funzionano al meglio, nel bel mezzo delle feste natalizie la quotidianità muta in negativo (almeno per tutto il mese di dicembre).
I classici cenoni, tipici del Natale, impongono, appunto, di restare svegli molto più del normale, con l’impossibilità di recuperare il sonno perduto. Se poi si hanno anche ulteriori responsabilità, il recupero diventa proprio impossibile. Per quanto riguarda i ritmi circadiani, già difficili da controllare durante il tempo canonico, a Natale non ci si riesce affatto, inducendo una stanchezza non indifferente. E se alle grandi mangiate si aggiunge anche l’alcol, addio riposo, soprattutto tranquillo. Alla resa dei conti, sembra difficile ritornare alla normalità, ma chi va piano, va sano e va lontano, anche dopo i ritmi frenetici del Natale. Ritornando a dormire ovviamente.
Anastasia Gambera
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