Si chiama Mark Wagner, è nato nel 1976 nel Midwest americano e le sue opere si trovano ora esposte al Museum of Modern Art, al Walker Art Center, alla Library of Congress, allo Smithsonian Institution, al Metropolitan Museum, al Getty Research Institute e al Brooklyn Museum. Perché costui è diventato così famoso nel giro di poco tempo? Perché il suo modo di fare “arte” non solo è apparentemente provocatorio, ma anche di fatto sorprendente e inedito.
«La distruzione è necessariamente il primo passo», commenta Wagner stesso per spiegare ciò di cui si occupa: distruzione di centinaia di banconote di dollari, riassemblaggio e creazione di quadri basati su un vero e proprio mosaico di carta filigranata. L’idea ha fatto il giro del mondo e, pur essendo considerata da alcuni come l’infrazione di un tabù e da altri uno vero e proprio “schiaffo alla miseria” rispetto ad eventuali usi ben più costruttivi del denaro, c’è chi ha trovato dietro questo estro numerosi significati simbolici e di un certo spessore. Servirsi dei soldi per fini puramente artistici, infatti, ha un che di rivoluzionario e di contraddittorio rispetto alla mentalità consolidata da secoli di sfruttare la moneta per altri scopi. Così, che sia stato nel bene o nel male, Wagner ha comunque attirato l’attenzione dei media, dei musei e di molti curiosi che ora vanno a visitarne le mostre.
Eva Luna Mascolino
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