Come si festeggia il Natale ai nostri giorni è noto a tutti: albero illuminato, presepe, regali, cenone in famiglia… Le tradizioni natalizie, però, e specialmente quelle degli scrittori, sono state di ogni tipo nel corso dei secoli e hanno spesso influenzato la nostra attuale maniera di trascorrere la festività del 25 dicembre.
I regali di Natale, per esempio, sono stati citati per la prima volta nel 1863: in Inghilterra, infatti, figurò nel diario privato di Samuel Peppys, dato alle stampe solo cento anni più tardi, la frase che segue: «Mi hanno detto Lady Castelmaine ha ricevuto tutti i regali che erano stati fatti al re». Più recente di qualche decennio, poi, l’invenzione di Babbo Natale: erroneamente attribuita al marchio Coca-Cola, che pare invece abbia solo enfatizzato e pubblicizzato maggiormente il papà in rosso di tutti i bambini, l’uomo sarebbe apparso per la prima volta in una poesia del 1823 dal titolo Una visita di San Nicola, attribuita al professore americano Clement Clark Moore. Fino al 1939, però, la renna Rudolph non ha fatto parte del seguito di Babbo Natale, perché fu Robert L. May ad averla poi aggiunta.
Numerosi, peraltro, gli scrittori che hanno avuto una relazione particolare con la festa di Natale. Fra tutti, il più selettivo è stato sicuramente l’autore William Faulkner, che poggiava sulla scrivania qualunque regalo ricevuto senza aprirlo, se non si trattava di uno scovolino per pipe. A dedicare la scrittura al 25 dicembre ci sono stati, invece, Sartre (la cui prima opera fu proprio Baiona, o Il figlio del tuono, consacrata alla nascita di Gesù) e Dickens, con il suo Canto di Natale. Più particolare il caso di Harper Lee, che si è dedicata a Il buio oltre la siepe grazie ad un anno di salario offertole da un amico, a patto che anziché lavorare scrivesse.
Non da meno T. S. Eliot, che invece, un pomeriggio, scrisse su commissione del proprio editore una cartolina di auguri in versi intitolata Il viaggio dei Magi, e J. R. R. Tolkien, il quale per trent’anni scrisse delle lettere ai figli firmandosi Babbo Natale e raccontando le avventure dell’uomo in rosso al Polo Nord. A prescindere dai cambiamenti e dalle evoluzioni culturali, quindi, è indubbio che tale ricorrenza abbia ispirato e affascinato numerosi uomini di cultura, collegati adesso al 25 dicembre per ragioni forse differenti, ma tutte creative e indicative della forte personalità di ogni intellettuale.
Eva Luna Mascolino
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