Centinaia di civili sono morti nei bombardamenti russi sulla Siria dalla fine di settembre, nei quali sono stati colpiti anche un ospedale, una moschea e un mercato e sono state impiegate bombe a grappolo. Lo afferma in un rapporto diffuso ieri Amnesty International, accusando Mosca di avere mancato «verognosamente» di ammettere le vittime civili. Il rapporto fa seguito ad una denuncia di Human Rights Watch, che la settimana scorsa aveva parlato dell’uso di bombe a grappolo da parte dei russi in almeno 20 raid. «Alcuni attacchi aerei russi – afferma Philip Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente e l’Africa del Nord – sembrano aver preso direttamente di mira i civili, colpendo aree residenziali dove non vi erano evidenti obiettivi militari, e anche strutture mediche. Tali attacchi possono costituire crimini di guerra».
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