Il dolore anorettale è una sfida clinica comune in ambulatorio. Le ragadi anali, la trombosi venosa anale, la proctite o le neoplasie sono eziologie frequenti della proctalgia. Dopo l’esclusione dei disturbi somatici mediante diagnostica per immagini ed endoscopia, dovrebbero essere presi in considerazione dolore anorettale funzionale o patologie come cistiti interstiziali, prostatiti croniche, coccicodinia o nevralgia del pudendo.
I criteri classici distinguono la proctalgia fugax, un dolore parossistico acuto della durata massima di 30 minuti, e la sindrome dell’elevatore anale. Quest’ultimo è caratterizzato da un muscolo puborettale dolente all’esplorazione rettale digitale e da un dolore che dura per più di 30 minuti. Il trattamento consiste in semicupi, uso di vasodilatatori topici e massaggio anale.
Il biofeedback è un’ulteriore opzione per la sindrome dell’elevatore dell’ano. In caso di coccicodinia la terapia consiste in farmaci antinfiammatori, mobilizzazione e terapia con infiltrazione.
Il dolore pelvico cronico urologico (prostatite cronica e cistite interstiziale), così come la nevralgia del pudendo, sono entrambe sindromi dolorose pelviche neurogene, possono causare dolore che si irradia nel perineo. La diagnosi e la discriminazione dal dolore rettale funzionale è davvero difficile, ma non impossibile se ci si rivolge ad uno specialista competente.
I pazienti con dolore anorettale neurogeno sono trattati al meglio con farmaci antinfiammatori, antidepressivi che modulano il dolore, anticonvulsivanti o terapia di infiltrazione locale. La gestione interdisciplinare dei pazienti con dolore complesso è, dunque, obbligatoria.
Dr Andrea Militello
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