+200% tra gennaio e febbraio secondo le stime di YouAbroad
Complice la DAD, che non piace né a genitori né a studenti, sono tanti, molti di più degli scorsi anni, i ragazzi in partenza in questi giorni per Stati Uniti e Canada (ma anche in Sudafrica) per frequentare il secondo semestre di quarta superiore all’estero. Ed è quanto emerge dai dati di YouAbroad, uno degli operatori italiani più importanti del settore, specializzato in High School Program. Che fa registrare un +200% di partenze invernali, rispetto agli scorsi anni, con un picco su Canada e Stati Uniti. In coda, invece, gli altri Paesi europei.
I motivi sono la volontà di studenti e famiglie di non rinunciare a un’esperienza formativa importante. Soprattutto in un momento di grande incertezza per la scuola italiana e di forte malcontento per la didattica a distanza. Tenendo conto solo dei dati di YouAbroad, sono quasi 250 i ragazzi che stanno preparando le valigie, con molti provenienti dal Nord Italia. Specialmente Piemonte, Lombardia e Veneto. Interessanti, però, anche i numeri, in aumento, della Sardegna e di altre regioni del centro-sud.
«Per noi è stata una crescita impressionante e inaspettata vista la situazione internazionale attuale – spiega Patrizia Groppo, Managing Director & Board Member di YouAbroad –. Sicuramente, il valore inestimabile dell’esperienza di studio all’estero e le garanzie di sicurezza e professionalità che YouAbroad ha dimostrato con le partenze estive, e un impegno ormai decennale, hanno giocato un ruolo importante. Ma percepiamo anche un forte desiderio di investire sul futuro dei propri ragazzi, che, secondo molti, l’emergenza sanitaria sta mettendo in secondo piano. Negli Stati Uniti e in Canada la DAD è su base volontaria o con modalità blended (mista in presenza e online). L’organizzazione degli istituti e gli strumenti tecnologici assicurano continuità e pari opportunità anche da casa, senza inficiare la qualità dell’insegnamento e dell’esperienza.»
«Da questa pandemia ho capito quanto sia preziosa e importante la condivisione in un’aula scolastica – racconta Giulia, torinese partita per il Canada sabato scorso –. Da questa esperienza mi aspetto tanto, soprattutto di crescere sotto il profilo personale, superare le paure, e acquisire maggiore sicurezza in me stessa. Il ritorno in classe, il rapporto sociale con studenti e insegnanti, la fine di un vero e proprio isolamento che ormai dura da un anno, sono già un traguardo importantissimo. Credo che l’istruzione in presenza non solo faciliti l’apprendimento, ma sia essenziale per la formazione personale e della definizione del carattere e della personalità di un adolescente. Non vedo l’ora di iniziare.»
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