Il Progetto Fondazione Scarpe Rosse festeggia la propria inaugurazione grazie alla volontà di un gruppo di donne che hanno visto nell’arte il mezzo migliore per denunciare la violenza di genere e raccontare le storie di molte donne scomparse nel silenzio, per mano di uomini nelle maggioranza dei casi appartenenti alla loro sfera privata, come mariti, fidanzati e amanti. Il nome richiama le zapatos rojos tramite le quali per prima la pittrice messicana Elina Chauvet ha denunciato la piaga del femminicidio che ha afflitto il suo Paese e non solo: a Ciudad Juárez, per anni, centinaia di donne sono state infatti stuprate, picchiate, torturate e uccise, senza che nessuno intraprendesse un’azione per punire i colpevoli e porre fine a tutto. Per molto tempo, dunque, numerose vittime sono morte nel silenzio assoluto delle Istituzioni.
Da qualche anno, invece, numerose fondazioni operano in tal senso in tutto il territorio, organizzando mostre e installazioni sul tema, come quella presentata a Genova il 25 novembre del 2012 con l’opera di Francesca Biasetton, chiamata 100 morte che non contano. Per l’occasione, l’artista aveva inciso 100 grandi numeri rossi su delle pareti bianche, usando una spatola di ferro dal rumore stridente, che aveva pertanto creato un effetto sonoro e visivo raggelante. Tramite la proiezione di un video aveva, poi, invitato i passanti ad osservarne la realizzazione e a contare da 1 a 100, pensando così alle 100 morte che (non) contano, alle loro vite spezzate e ai loro 100 assassini.
Quest’anno, ancora una volta in concomitanza con il 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, un’iniziativa simile sancirà la propria nascita. Si tratta, stavolta, del suddetto Progetto Fondazione Scarpe Rosse, che presenterà le opere di denuncia dell’artista Tara, pseudonimo di Cristina Silvestri. Come si legge nel comunicato stampa ufficiale, motore del progetto è il rifiuto della violenza sulle donne e di ogni forma di terrorismo; tra le opere di Tara, non a caso, sarà presente anche una dall’evocativo titolo Je suis muslim, la cui intenzione è di ricordare la stage di Parigi del 13 novembre e commemorarne le vittime. Lo scopo della fondazione non è di guadagnare tramite la vendita delle opere esposte, bensì di raccogliere fondi e di sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche della società che toccano la sfera femminile, dando un contributo concreto per la loro soluzione e promuovendo nel contempo artisti i quali non hanno ancora avuto l’opportunità di essere noti al grande pubblico.
Ecco come la presidentessa, Tiziana dell’Orto, ha parlato del progetto all’ANSA: «L’idea è di scegliere alcune date simboliche, come il 25 novembre o l’8 marzo, per raccontare una serie di tematiche vissute dal punto di vista femminile. Partiamo dalla violenza, ma affronteremo anche il dolore, l’amore, il lavoro, sempre attraverso il lavoro di un’artista non ancora nota, in modo da offrirle un’opportunità. Le sue opere saranno in vendita a un prezzo simbolico, perchè lo scopo per noi è che le persone portino a casa il messaggio, più che la raccolta fondi. Il ricavato andrà poi a una ONLUS che opera sulla tematica scelta. Partiamo dall’arte figurativa, ma abbiamo già molte idee anche per musica, film, poesia. Primo appuntamento, dunque, il 25 novembre a Villa Letizia a Roma, con Art Meets Red Shoes e con le tele di Tara, che nella vita è stata impegnata per anni nelle gallerie d’arte, finché non ha scoperto che la sua vocazione consisteva nello stare ”dall’altra parte” del cavalletto».
Lorena Peci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.