Quante volte si sentono pronunciare le parole “Fashion Film”? Nel mondo iper tecnologico in cui viviamo oggi non basta più lo spot televisivo, non bastano più le campagne pubblicitarie stampate sui giornali di moda, non bastano più nemmeno le sfilate. I brand, per comunicare hanno bisogno di dinamicità, di cose vive, che si muovono, e cosa comunica più della moda? A Milano, niente.
La conseguenza naturale di tutto ciò sono stati proprio loro, i fashion film. Non sono dei lungometraggi e neanche delle presentazioni di nuove collezioni. Sono simili ai corti, ma hanno un tema preciso ed è sempre lo stesso. Si potrebbero definire “immagini visionarie create da registi di talento“, come suggerisce il sito ufficiale della terza edizione del Fashion Film Festival di Milano. Qui si troverà una straordinaria selezione dei migliori lungometraggi realizzati sia da nuovi creativi di talento, sia da nomi già affermati, inviati tramite submission totalmente gratuite (perché l’arte prima di tutto deve essere democratica). L’idea é partita da Constanza Cavalli Etro, fondatrice e direttrice dell’evento, che alla sua terza edizione si vanta di essere il primo canale interamente dedicato a questo tipo di pellicole; evidentemente, sono diventate così tante da avere bisogno di un proprio spazio e non possono essere ignorate!
Professionisti provenienti da settori diversi e tutti spinti dallo stesso amore per la moda e le immagini, hanno creato delle storie, dei mondi che non parlano solo di vestiti, ma raccontano tutto quello che ha fatto si che gli abiti venissero creati, scelti e poi indossati dando vita a chiare e forti testimonianze di quello che si vive oggi. Si chiamano fashion film perché sono la rappresentazione della moda e ne mostrano diverse visioni. I creatori, infatti, provengono dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Francia e soprattutto dall’Italia a cui è dedicata una sezione speciale: grazie alla partnership con Vogue Italia è stato lanciato il progetto Through My Eyes che prevede 10 lungometraggi commissionati ad altrettanti giovani registi internazionali allo scopo di celebrare l’unicità della moda italiana. Ogni brand italiano partecipante è stato abbinato ad un regista che ha creato un fashion film editoriale per il marchio, presentato al festival nella sezione fuori concorso.
Interessantissimi anche gli altri off contest: dall’anteprima del film di Alina Marazzi dedicato alla grandissima giornalista Anna Piaggi, a Body&Garment, una selezione speciale di fashion film sperimentali italiani degli anni ’60 e ’70 presentati dalla Cineteca Nazionale, insieme alla giornalista Renata Molho. La giuria internazionale è strepitosa, con nomi del calibro di Franca Sozza, editor in chief di Vogue Italia, Olivier Zahm, fotografo e regista fondatore di Purple Magazine, Andrea Lissoni, Senior Curator International Art al Tate Modern e Emanuela Martini, direttrice del Torino Film Festival e critica cinematografica. I vincitori del Fashion Film Festival Milano, inoltre, riceveranno gli esclusivi trofei disegnati per l’evento dall’artista Barnaba Fornasetti. L’Award Ceremony si svolgerà al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano, location scelta sapientemente per l’occasione.
Che sia questa la formula giusta per domare il futuro pieno di incognite? Reagire in modo intelligente percependo le innovazioni e creando uno spazio apposta per loro? Magari, presto vedremo il Pokemon Film Festival o il Selfie Film Festival. Ma qualcuno sarà davvero interessato a vedere sul grande schermo questo nuovo tipo di film? Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo restate sintonizzati nel presente per conoscere i vincitori del contest. Que sera, sera.
Valentina Plumari
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