Ne ha fatta di strada Barbara Millicent Roberts, aka Barbie. Musa che ha ispirato e ispira tuttora designer e artisti di fama internazionale, Barbie da più di mezzo secolo è una bambola simbolo di rilevanza culturale per le bambine e icona di stile per gli adulti. Tutto comincia quando una signora americana, Ruth Handlersaw, s’ispira alla bambola tedesca Bild Lilli, la quale riproduceva un fumetto per adulti degli ani ’50; lo scopo dell’imprenditrice è crearne un’altra di 29,5cm con le fattezze di una giovane donna, interpretante il desiderio e le aspirazioni delle nuove generazioni di rapportarsi con la vita adulta. Così, il 9 marzo 1959 fa il suo ingresso glorioso alla Fiera del Giocattolo di New York quella “pupa” cult che è stata capace di contaminare col suo fascino anche ambienti molto lontani da quelli dei comuni balocchi: dal cinema all’arte, passando per l’alta moda, come una vera diva Barbie è sempre al passo con i tempi e rispecchia le ultime tendenze. Indimenticabile è, per esempio, il quadro del 1985 di Andy Warhol, divenuto ormai pura leggenda. Al cinema l’icona delle bambine ha preso parte al film della Disney-Pixar, Toy Story 2; nella serie TV I Simpson vi è una bambola ispirata proprio a lei che si chiama Malibu Stacy. È stata addirittura creata una Barbie Collector, ispiratasi a stelle del cinema come Audrey Hepburn e Grace Kelly, ma anche a molte altre star della musica pop sono diventate delle Barbie ultra glam. E ancora, nel campo della moda, la celebre rivista Vogue nel 2009, in occasione del suo 50esimo anniversario, le dedica una Barbie Black Issue, edizione ormai rarissima e ricercatissima dai collezionisti della bambola dalla pelle color ebano. Invece è del 2011 la collezione Barbie Loves Alitalia, dove la nostra “donnina” diventa indossatrice per le divise storiche Alitalia create dai più grandi stilisti; più recenti sono la collezione di Moschino P/E 2015 o il progetto Panoplies sempre per Vogue. In campo beauty Salvo Filetti, noto hair designer, con L’Oréal Professionnel le ha dedicato una collezione di acconciature, esposte in tutta Italia e riprese dalle Beauty Editor. La beniamina delle bambine vanta oggi pure un profilo Instagram con milioni di followers.
Ma c’è anche chi, invece di osannarla, la denigra: curve da far invidia a una pin-up e proporzioni perfette impossibili da ottenere nella vita reale la indicano come un modello negativo da seguire per le bambine. Greenpeace detesta i suoi packaging, i quali distruggono intere foreste; le femministe più accanite credono ancora che si occupi solo della casa e di essere bella, mentre le Femen l’hanno bruciata a Berlino davanti la Dreamhouse, il primo “museo” dedicato alla bambola.
Oggi le vendite sono un po’ calate, complice la crisi e le nuove tecnologie, quest’ultime forse preferite di più rispetto a un giocattolo immobile e senza vita. Ma Mattel non demorde e compie una svolta radicale: in collaborazione con la start up californiana ToyTalk, la Mattel sta lavorando alla produzione di una Hello Barbie, ovverosia una versione parlante della celebre bambola. Ma non una versione qualunque, perché infatti questa innovativa Barbie sarà hi-tech: grazie al sistema di riconoscimento vocale e alla connessione internet wifi, potrà intraprendere vere e proprie conversazioni con le bambine, adattando le risposte alle domande ricevute. ll prototipo di Hello Barbie è stato presentato già negli USA alla Fiera del Giocattolo di New York: non si conosce ancora la data ufficiale del rilascio in commercio, ma si vocifera che sarà prima della fine dell’autunno, giusto in tempo per i regali di Natale.
Chiara Grasso
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