L’allattamento è un argomento di cui non si sa mai abbastanza, spesso trascurato, su cui emergono informazioni discordanti e poco chiare.
Per mettere un po’ di ordine e rispondere alle esperienze già trattata nell’articolo Polemica sull’allattamento, interviene una professionista di un ospedale di Catania, l’ostetrica Aiello. In questa intervista spiega in maniera semplice e immediata come funziona l’allattamento.
Dopo il parto la madre vive un forte calo ormonale, che può provocare sbalzi di umore fino alla depressione post partum, la Baby Blue, una condizione ancora stigmatizzata, ma che colpisce il 60% delle donne. È più che comprensibile che le mamme si sentano abbandonate: in reparto per molte pazienti c’è poco personale, che ha difficoltà nel destreggiarsi fra le esigenze di tutte le mamme.
In altri ospedali si sperimentano sistemi diversi. Le ostetriche sono divise in due moduli, patologia e fisiologia: questo permette al personale di dedicarsi con maggiore attenzione alle pazienti e fare informazione sull’allattamento.
Spesso le mamme si affidano troppo, o esclusivamente, alle esperienze di mamme, zie, amiche. Ma queste però sono puramente personali. In materia di allattamento ci sono tantissime variabili, la conformazione del seno, la propensione naturale, il calo ormonale. Le nonne di oggi vengono, oltretutto, da un decennio diverso. Negli anni ’80 il latte in formula era considerata l’opzione migliore, creando il mito che il latte materno non sia sufficiente per sfamare il bambino.
Dagli anni ’80 a oggi però si è raggiunta una maggiore informazione e consapevolezza a riguardo. Il latte in formula può essere più difficile da digerire, in alcuni casi potrebbe provocare rigurgiti, coliche e stitichezza e tendenzialmente la mamma davanti a questi effetti collaterali potrebbe tendere a colpevolizzarsi.
Tuttavia, la colpa non è della mamma, del sistema e dalla scarsa informazione, l’ambiente in cui viviamo, di cui ci nutriamo. Le mamma provano un forte senso di inadeguatezza, hanno molta paura, non si fidano di loro stesse. La fiducia è fondamentale, il bambino è come una spugna, percepisce lo stato d’animo agitato della mamma e reagisce agitandosi anche lui.
Spesso capita di dover assistere donne che non hanno consapevolezza di quello che andranno a fare. Se si inizia a capire sin dall’inizio cos’è il parto e la metamorfosi che vive il corpo, si vive con più accettazione quel momento, il dolore che ne consegue, i vari passaggi che si devono affrontare. Per le mamme il post-parto è terrore, hanno paura di sbagliare anche nelle cose più semplici, di mettersi alla prova, come se mettere male il pannolino la prima volta sia una catastrofe.
In ospedale ho conosciuto una ragazza che ha avuto un’esperienza serenissima. Aveva fatto dei corsi online, si era documentata tantissimo. Ha partorito in un momento molto difficile in reparto, c’erano tantissime pazienti ed era pieno agosto, ma nonostante questo si è totalmente autogestita. Ha affrontato tutto con atteggiamento di sfida, senza giudicarsi troppo, senza paranoie, senza affidarsi solo alle esperienze dei parenti, cercando di agire nel miglior modo possibile secondo le sue capacità.
Ovviamente non tutte reagiscono così, la paura dipende anche dal senso di abbandono, la prima visita con il bambino è 40 giorni dopo il parto. È una finestra di tempo in cui le donne vengono abbandonate con un bambino appena nato, che spesso non riconoscono. Vedono un corpo diverso che non accettano, emotivamente instabili per via degli ormoni impazziti. Sentono la pressione e la responsabilità verso quella nuova creatura.
L’allattamento funziona a richiesta, il bambino non deve ciucciare per mezz’ora ogni tre ore, non ha la sveglia, mangia quando ha fame. La montata lattea dura 72 ore, bisogna però sapere come attaccare correttamente e quanto spesso il neonato, così come svuotare correttamente il seno.
Il bambino nelle prime ore dopo l’allattamento potrebbe tendere a dormire un po’ di più ed è assolutamente normale, se non mangia per alcune ore non succede nulla. Come un adulto, anche il bambino riesce a non mangiare per qualche ora. Anche lui ha delle riserve, anche più di una persona adulta. Dietro la nuca, ad esempio, c’è un grasso detto “bruno”, da cui attinge in caso di bisogno.
I primi due giorni il seno produce il colostro, un latte espresso. Non ci sono riserve di latte per i primi giorni. Il bambino si attacca e stimola il seno, come una pompa: ciucciando attiva la produzione e così escono piccole gocce di colostro.
È un processo stancante per il bambino, per cui fa delle pause per riposarsi. Questo non significa che la mamma non ha latte. Il primo giorno nessuna mamma ha il latte e il colostro è fatto appositamente per questo, sono piccole gocce ipercaloriche.
Il bambino, appena nato, deve ritrovare il suo equilibrio e adattarsi al nuovo ambiente in cui si trova, anche per lui il parto è faticoso e stressante. Il bambino è stato per nove mesi rannicchiato nella pancia della mamma, sentendo sempre il suo cuore, la sua voce. La culla è un ambiente nuovo, freddo e grande, ha bisogno di tempo per adattarsi. Oltretutto è una spugna emotiva: se la mamma è agitata anche lui si agita ed è il motivo per cui si calmano quando passano nelle braccia dell’ostetrica o di qualcuno con stato d’animo più sereno.
L’allattamento è estenuante e difficile, ci vuole grande forza di volontà. Se una donna decide di non allattare per le sue ragioni, non sta facendo morire di fame il bambino, vivrà bene lo stesso. Prima di decidere però è giusto informarsi su cos’è il latte, su come si forma, come cambia nel tempo.
Il latte è un tessuto vivo. La mamma lo produce fatto apposta per il suo bambino, per i suoi bisogni di crescita e di salute. Si modifica a livello cellulare a seconda delle sue esigenze. Per questo è necessario cambiare il latte in formula dopo qualche mese per dare i nutrienti specifici a seconda delle fasi di crescita. Il latte materno si modifica in base al bambino, cambia il sapore in base a ciò che viene ingerito. È come dare ogni giorno un pasto diverso, educandolo a sapori e consistenze diversi, fatto apposta per lo stomaco del bambino.
Il bambino appena nato ho uno stomaco piccolissimo, quanto una nocciolina, con pareti rigidissime. Il colostro è creato specificamente per questo, se si dà troppo latte poi sta male e rigurgita. Il latte materno non provoca rigurgiti, è molto più leggero da digerire.
Se si vuole interrompere l’allattamento al seno si può fare tranquillamente, ma informandosi e facendolo nel modo corretto si evita di incorrere in problemi molto gravi, ad esempio le mastiti. Dare il latte artificiale permette di avere dei ritmi più regolari: il bambino ha il picco glicemico, dorme per tre ore, poi beve di nuovo il latte e dorme di nuovo. La gestione è più facile.
L’allattamento materno obbliga a spogliarsi, anche in pubblico, su richiesta del bambino. Molte donne non sono pronte a questo, molte strutture e ambienti non permettono di farlo serenamente, facendole sentire a loro agio nel farlo.
Alla luce di questa analisi, bisogna puntualizzare che una mamma è bravissima sia che decida di allattare, sia che decida di non farlo. Ci sono infinite strade che si possono prendere. L’unica cosa importante in questa scelta è la consapevolezza e il modo di procedere. A tal proposito, anche il Ministero della Salute ha rilasciato una guida su come attaccarlo al seno.
Alessia Vasta
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