L’albinismo, dal latino albus, “bianco”, è un’anomalia congenita che consiste nella totale o parziale deficienza di pigmentazione nella pelle, nell’iride, nei peli e nei capelli causata da un’assenza o un difetto dell’enzima coinvolto nella sintesi della melanina. Pare che il termine albino sia stato usato per la prima volta da un esploratore portoghese che, vedendo alcuni nativi africani dalla pelle chiara in netto contrasto con tutti gli altri abitanti, chiamò i primi albini e i secondi negri, rispettivamente da albus e niger. Da sempre questa malattia è stata oggetto di pregiudizi e superstizioni, in particolar modo in Tanzania, Zimbabwe e Burundi, dove gli individui affetti sono oggetto di violenze estreme.
Ancora non è stato condotto un vero e proprio studio sugli albini africani, di cui non si conoscono le cifre esatte, ma si ipotizza che in alcune zone del Continente arrivino ad essere uno su mille; costretti ad uscire con vestiti che coprono la maggior parte del corpo, devono spalmarsi una crema solare più volte al giorno e portare occhiali scuri e cappelli. Il professore di Scienze politiche all’Università dello Zimbabwe – nonché albino – John Makumbe spiega che «tradizionalmente l’albinismo è considerato una maledizione o un tabù in Africa e molti credono che avere un parente albino sia una punizione degli dei nei confronti della famiglia».
Il problema più grande è che la maggior parte dei governi continua ad evitare l’argomento, a fingere di non sapere, lasciando che migliaia di soggetti affetti vengano uccisi e permettendo che tutto sia avvolto da un velo di ignoranza: le persone credono spesso che gli albini muoiano semplicemente scomparendo, o sciogliendosi quando vengono bagnati dalla pioggia. Altri ancora credono che avere rapporti sessuali con uno di loro curi malattie come l’AIDS, cosa che fa aumentare esponenzialmente il numero di stupri e violenze. Vengono detti “figli della luna” per la chiarezza della loro pelle, ma gli africani li chiamano anche “zeruzeru”, ovvero “figli del diavolo”.
Molte parti del corpo degli albini, come i genitali, le orecchie, le ossa, gli arti, la lingua, i seni e il naso sono dotati, secondo alcune tradizioni, di potenti poteri e si crede che maggiore è il dolore provato durante l’amputazione, maggiore sarà il potere sprigionato durante i rituali magici. L’unica speranza che resta a queste persone, spesso giovani adolescenti, è il Global Medical Relief Fund, un’associazione americana che aiuta i bambini che hanno perso l’uso degli arti grazie all’impianto di protesi e la speranza che in un futuro non troppo lontano il governo decida di aprire gli occhi e denunciare le barbarie a cui sono sottoposti.
Linda Pedonese
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