La tecnologia si scontra da sempre con l’opinione pubblica. Sono molti, infatti, coloro i quali non credono che nuovi strumenti possano migliorare la vita delle persone, essendo, al contrario, fermamente convinti che in qualche modo la rovinino. Parliamo, per esempio, degli smartphone: c’è chi li ama e non può vivere senza, ma c’è anche chi sostiene che i cellulari abbiano reso gli individui dipendenti e stupidi, isolandoli dal resto del mondo che vedono solo attraverso uno schermo. Volenti o nolenti, comunque, tutti utilizziamo dei dispositivi tecnologici, e non parliamo solo di smartphone ma anche di computer, tablet eccetera. In moltissime situazioni della nostra vita è stata inserita la tecnologia e anche se siamo tra quelle persone che non l’apprezzano fino in fondo, non possiamo farne a meno. Nessuno sarebbe in grado di lavorare senza un computer, magari impostogli dall’azienda in cui è impiegato.
Anche i bambini, al giorno d’oggi, si trovano a utilizzare la tecnologia già da molto piccoli, basti pensare a tutti quei dispositivi ideati appositamente per loro, come il Mio Phone, uno smartphone utilizzabile dai 6 ai 12 anni. Riguardo al tema “tecnologia e bambini“, molti ricercatori ed esperti hanno espresso la propria opinione e largamente diffuso l’idea che sia deleterio e controproducente far entrare il proprio figlio a contatto con dispositivi, come cellulari o tablet, prima di una certa età, la quale si aggira intono ai 14 anni. E si è convinti spesso che far crescere i bambini con questi apparecchi li renda addirittura più stupidi, poiché essi facilitano ogni cosa e non permettono di sviluppare le proprie capacità intellettuali.
Uno studio inglese, pubblicato su Child Indicators Research, ha però dimostrato che non è così. È stato, infatti, stimato che dal 2000 al 2015, i bambini hanno passato in media trenta minuti al giorno utilizzando dispositivi tecnologici di vario tipo, come telefoni, Pc e anche videogiochi. Questo, come molti di noi potranno notare, non ha però causato loro alcun danno e gli ha concesso di crescere come tutti quelli delle generazioni precedenti. La tecnologia, per l’appunto, non è qualcosa che porta via tempo alle attività quotidiane, anzi, è diventata parte integrante di siffatte attività e i bambini la utilizzano per fare ciò che comunque farebbero usualmente, come giocare con i propri amici. Inoltre, l’utilizzo di apparecchi digitali non diminuisce le facoltà intellettuali di una persona, ma permette di svilupparle allo stesso modo, se non addirittura più velocemente, in quanto viene richiesto ai piccoli di comprender meccanismi i quali, spesso, sono di difficile comprensione per chi è molto più grande di loro.
Insomma, smartphone, tablet, Pc e altri non influenzano negativamente i bambini e stanno diventando parte integrante della quotidianità, permettendo di migliorare e velocizzare ciò che in ogni caso si ritroverebbero a fare.
Martina Sacco
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Martina è un raro esemplare di ragazza bolognese che studia a Bologna. Dopo essersi diplomata in un istituto tecnico-commerciale, ha deciso di cambiare completamente strada e chiudere con la matematica, iscrivendosi alla Facoltà di Scienze della Comunicazione. È una biondina esuberante, estremamente curiosa, ficcanaso e con la voglia di condividere ciò che reputa interessante con più persone possibili. La sua prima e unica esperienza giornalistica risale alla terza elementare, quando un giornale bolognese pubblicò diverse frasi scritte da lei e dai componenti della sua classe.