Uno dei mestieri più antichi del mondo è la prostituzione. Perfino nei tempi odierni va molto forte come settore; non solo, ovviamente, per chi lo pratica, ma anche per chi preferisce una donna di malaffare piuttosto che la compagna per la vita. Per non bastare, come asserito da Panorama, anche la tecnologia ha cominciato a giocare un ruolo preponderante in questo campo: come? Con le cosiddette prostitute robot.
L’azienda canadese Kinky S Dolls è la prima a commercializzare questo tipo di “bambole”, sebbene il termine non le rappresenti del tutto. Difatti, le prostitute robot sono, sì, bambolotti, ma dotate d’intelligenza artificiale, di una voce e di un corpo riscaldato come quello di un vero essere umano. La Kinky S Dolls ha deciso d’iniziarne la distribuzione a Houston, in Texas, poiché questo Stato è famoso, per quanto tristemente, per l’alto tasso di prostituzione. Tuttavia, a riguardo si sono mosse le autorità statali, con l’obiettivo di fermare un’eventuale fomentazione della prostituzione. Il timore risiede nel fatto che con l’arrivo delle prostitute robot, gli uomini potrebbero richiedere sempre più prostitute umane, con l’attuazione di fantasie sessuali sempre più violente.
Sono state raccolte migliaia di firme contro l’arrivo di questi giocattoli in Texas, poiché ritenuti pornografici. Un’ulteriore paura è, altresì, quella che gli uomini potrebbero, a lungo andare, preferire sempre più le bambole robotiche alle donne vere, diventando, quest’ultime, una sorta di “oggetto” facilmente sostituibile. Non si capisce quale sia il messaggio di fondo di questo progresso tecnologico, se sia salvaguardare le donne o meno, ma una cosa è sicura: prima di pensare alle sostituzioni, bisognerebbe salvare veramente tutte le donne che, loro malgrado, sono costrette a stare sulla strada.
Anastasia Gambera
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