La mano bionica è il risultato di una sperimentazione iniziata nel 2019, che oggi permette di guardare al futuro con ottimismo nel recupero di coloro che hanno perso un arto.
Pisa – Messa a punto dai ricercatori dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sta per essere testata sui pazienti: se tutto andrà come previsto, potrebbe essere messa in commercio a cifre molto basse rispetto alle attuali protesi.
Si tratta di una mano bionica funzionale e gradevole all’estetica, rappresentando una nuova idea di protesi della mano. Funzionale a tutti gli effetti, la protesi è in grado, per la prima volta, di restituire il tatto a chi la indossa e il tutto senza bisogno di un intervento chirurgico per essere impiantata.
Integrata direttamente nel sistema scheletrico e nervoso in modo permanente, grazie al suo “cuore tecnologico” smart, permette tutti i movimenti della vita quotidiana, trasformando il pensiero in azioni.
I movimenti e le prese della mano possono essere attivate e controllate in maniera pressoché naturale, attraverso sensori (facilmente) indossabili, i quali rilevano i segnali nervosi che attraversano i muscoli. Così le intenzioni della persona si traducono nei movimenti della protesi.
I sensori tattili integrati sulle dita registrano le interazioni con l’ambiente e – grazie a un sistema di piccoli vibratori posizionati sulla parte che resta dell’arto – è possibile restituire sensazioni tattili, ripristinando anche quello che i ricercatori definiscono il “ritorno sensoriale fisiologico”.
Si tratta di un progetto europeo, il Detop, coordinato dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e che ha coinvolto per la parte medica il centro per la ricerca bionica svedese, guidata dal professore Ortiz Catalan, che ha eseguito l’operazione.
La protesi è stata sperimentata su Karin, un’agricoltrice svedese, che vent’anni fa aveva perso mano e parte dell’avambraccio.
Fonte: Pixabay
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