MASDAR CITY – A trenta chilometri da Abu Dhabi e in prossimità del suo aeroporto internazionale, dove in passato non c’erano altro che dune, si sta lentamente sviluppando il prototipo della città del futuro, nonché esempio di architettura ecosostenibile: il Masdar City project, guidato dallo studio di progettazione architettonica facente capo a Norman Foster e finanziato dallo sceicco Mohammad Bin Zayed Al Nahyan. Ultimato nel 2008, il progetto vuole sfatare il mito delle “città del petrolio”, mettendo in piedi entro il 2025 una realtà basata sull’autoalimentazione e sull’azzeramento delle emissioni.
Il punto di partenza è la produzione di energia da fonti rinnovabili, la quale è consentita da un impianto fotovoltaico di circa 20 ettari costruito all’esterno delle mura; la città è provvista di strutture fotovoltaiche a forma di ombrelli che, durante il giorno, hanno la duplice funzione di limitare il calore e trasformare la luce del sole in energia, mentre di notte si richiudono diventando fonti luminose a lento rilascio di calore. Per contrastare le temperature proibitive è stata progettata una torre eolica alta 45 metri, studiata per utilizzare al massimo le correnti d’aria fresca, che le vengono indirizzate in questo modo all’interno delle vie cittadine, le quali sono corte e strette, per aumentare al massimo le zone di ombra; un ruolo importante hanno anche le zone verdi, il cui fine è proteggere la città dalle tempeste di vento e sabbia, oltre che dal sole.
Sulla scia della sostenibilità ambientale, molta attenzione è stata posta al consumo idrico, che è ridotto al minimo in primo luogo grazie
alla desalinizzazione delle acque presenti nel sottosuolo, le quali in tal modo verranno in futuro rese potabili; in secondo luogo, grazie al riutilizzo a scopi irrigui delle acque grigie. La quantità di rifiuti della “città sorgente” verrà pressocché azzerata riciclando il possibile e utilizzando gli scarti per produrre fertilizzanti o combustibili. Ciclisti e pedoni saranno i benvenuti a Masdar City, mentre non ci sarà alcun posto per le automobili, il cui ingresso è strettamente vietato: per spostarsi comodamente da un luogo all’altro è stato ideato un sistema di infrastrutture sotterraneo, dove taxi elettrici senza pilota che si muovono su magneti aiuteranno le persone a raggiungere i loro luoghi di interesse.
Il progetto ambizioso prevede la presenza di circa 40.000 residenti, mentre il numero di pendolari giornaliero si aggirerà intorno alle 50.000 unità. Questi numeri sembrano oggi un miraggio, se consideriamo che a fine 2014 la popolazione si aggirava intorno alle 4.000 unità, e risultava completato soltanto il 15% del progetto. Sono molte le critiche e le perplessità sul raggiungimento degli obiettivi dello sceicco, il cui investimento colossale di 22 miliardi di dollari sembra difficilimente replicabile. La speranza è che in Europa si riesca a prendere esempio da Masdar City, cercando di programmare degli investimenti che permettano di aumentare gradualmente la sostenibilità ambientale delle città, portandole così ad avvicinarsi il più possibile alle “zero emissioni”, evitando spese esagerate da destinare ad un ristretto numero di persone.
Claudio Pennisi
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