Giornalmente, come ben sappiamo, rinomate aziende come Apple, Samsung e così via producono e lanciano sul mercato oggetti di cui, all’apparenza, se ne potrebbe anche fare a meno, ma che col passare del tempo diventano “indispensabili” per le loro funzionalità innovative e super tecnologiche. Ovviamente, tali dispositivi esigono test molto approfonditi prima di poter essere venduti; in particolare, prodotti come l’Apple Watch, i quali stanno a stretto contatto con la pelle e potrebbero anche surriscaldarsi, richiedono particolare attenzione per evitare di andare incontro a gravi danni. A tal proposito, la nota azienda di Cupertino, Apple, ha predisposto tutte le misure di sicurezza necessarie, anche servendosi di un addetto che, nondimeno, produce sudore artificiale.
E non si tratta nemmeno di uno scherzo, ma proprio del fatto che, a parte avere uno staff dedito prevalentemente allo studio dell’epidermide e di ciò che potrebbe nuocerle, Apple ha assegnato a uno dei membri la mansione di produrre sudore finto. Nello specifico, una volta realizzato, il liquido in questione viene introdotto in piccole boccettine al cui interno, a loro volta, vengono immessi i vari dispositivi i quali potrebbero, in caso, provocare reazioni pericolose alla pelle umana per via delle componenti di cinturini eccetera. 113 i litri di sudore prodotti ogni anno (non male no?).
L’obiettivo di Apple è quello di generare, in laboratorio, le condizioni di utilizzo dei propri articoli da parte dei suoi aficionados: cuffie senza fili, AirPods, Apple Watch e così via sono gli articoli più testati, allo scopo di salvaguardare la vita di coloro che li acquistano. Sicuramente, non sarà l’unica azienda a essere provvista di una figura lavorativa simile, poiché al giorno d’oggi l’importante è prevalentemente la salute degli acquirenti piuttosto che il proprio redditizio. Ma sarà vero, o la paura principale è rigorosamente quella di perdere la posizione conquistata sul mercato? Ai posteri l’ardua sentenza.
Anastasia Gambera
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Anastasia è una studentessa in Scienze e Lingue per la Comunicazione, ama la musica degli anni 70’, 80’ e 90’; possiede, infatti, un repertorio mentale senza eguali. Innamorata pazzamente del suo ragazzo, sassofonista e con la passione per la scrittura, vorrebbe diventare una giornalista, una calciatrice e, forse, anche una mamma spericolata.