Angelina Jolie abbandona per alcuni versi i toni fortemente drammatici di pellicole come Nella terra del sangue e del miele (2011), scegliendo atmosfere cattive, “sporche”, a tratti violente ed esagerate per il suo ultimo film Unbroken. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’opera Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio, scritto nel 2010 da Laura Hillenbrand e che racconta la vera storia di Louis Zamperini, un atleta olimpico.
Il film prende avvio nel 1942; durante una missione di recupero sull’Oceano Pacifico, il B-24 in cui si trova Zamperini (interpretato dall’attore Jack O’Connell) precipita rovinosamente, dimezzando il suo equipaggio. Sopravvissuto insieme a due commilitoni, Zamperini resiste in mare per quarantasette giorni, cibandosi di pesce crudo e schivando i colpi delle mitragliatrici aeree giapponesi. Recuperato dalla marina nemica viene condotto in un campo di prigionia, dove diventa presto ostaggio del sadismo di Watanabe, un sergente perverso col vizio del bastone e dell’umiliazione. In quel viaggio in mezzo all’oceano, nel campo di prigionia, gli spettatori avranno modo di conoscere i vari personaggi – ciascuno dei quali, ovviamente, ha una storia monto ben delineata alle spalle. Segreti, familiari e debolezze da nascondere.
Unbroken è una pellicola che raccoglie non solo un giovanissimo protagonista, ma un gruppo di variegate “creature” che vive una situazione di pericolo, di innovazione, di riflessione. È un film eccezionale ed eccezionalmente godibile, interpretato con trasporto e passione, e che mostra lo spessore di attori inediti sul grande schermo, straordinariamente dotati di accenti inusuali, nuove cifre stilistiche della loro profondità artistica.
Speranza, tenacia, coraggio, forza di volontà, perseveranza, sopravvivenza e morte sono gli elementi indispensabili nella vita di tali personaggi. Sotto lo strato di una storia fatta di disumana violenza, si rivela la vera essenza del film: avere speranza, dimostrare coraggio e forza di volontà, non cedere e non mollare, costi quel che costi. Solo con questi elementi ci si può assicurare la dignità e sopravvivenza. Non è solo una vicenda di miseria e dolore, bensì una con la risonanza epica di resistenza, riscatto, dignità e fede. Anche questo, come i precedenti film della regista, indaga sulla potenza dell’amore – sentimento irrinunciabile, speranza di un’alba oltre l’apocalisse: un’eccellenza in fase di stesura, che ha insistito non poco pur di conferire al suo script un’ambientazione rimandante a certo cinema sperimentale, dove nulla è più al centro della scena dell’inno alla vita resa impossibile. Inoltre, Infine, la pellicola osserva la realtà di un passato degradato attraverso lo sguardo del benessere di oggi, lasciando lo spettatore appartenente a questo mondo con il disagio per aver contemplato come fonte di svago la miseria, la povertà, le paure, la violenza.
Dal punto di vista tecnico, si punta tutto su un estenuante realismo delle sceneggiatura, che in alcuni punt sfocia in iper-realismo. Fotografia e scenografia essenziali, asciutta e dalle tonalità cupe (nella seconda metà regnano le tonalità del grigio e del seppia in contrasto con i colori accesi e vibranti della prima parte). Si tratta, insomma, di un film che rimuove la patina di referenzialità dal romanzo da cui è tratto. Il denominatore comune a queste “apparenti” carinerie cinematografiche è l’originale anti-convenzionalità del personaggio maschile: recitazione dell’emergente protagonista sufficiente e convincente dato anche il ruolo non proprio facile da indossare e sicuramente non alla portata di tutti.
Riccardo Montone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.