Tra i 5 antagonisti più geniali mai comparsi negli anime occupa, meritatamente, la terza posizione un personaggio appartenente al mondo di Naruto: Obito Uchiha. La scelta è certamente discutibile visto il ruolo finale che rivestirà il ragazzo nel manga, ma la figura che si crea attorno a questo shinobi è certamente degna di occupare un posto nel podio: medaglia di bronzo per il personaggio di Masashi Kishimoto.
Per fare in modo di comprendere meglio la sua storia – più che complessa – i fatti saranno narrati in ordine cronologico. «O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo»: per il piccolo Obito questo detto fa un’eccezione, in quanto lui ha fatto ambedue le cose. Shinobi del villaggio della Foglia, Konoha, appartenente al Clan Uchiha e famoso per le sue abilità oculari derivanti dallo Sharingan, il personaggio diventa un ninja entrando a far parte del team capitanato dal quarto Hokage in persona, Minato Namikaze; i suoi compagni sono Kakashi Hatake, il futuro esperto di ninjitsu copiatore e Rin Nohara. Obito è appena un Chunin quando scoppia la Terza Grande Guerra Ninja. É qui che accade l’episodio che cambierà la sua vita per sempre: il loro capo squadra – Minato, detto il Lampo Giallo della Foglia – li abbandona momentaneamente e nomina Kakashi capo della spedizione. Parallelamente dei Ninja della Roccia rapiscono Rin per portargli via informazioni segrete: Hatake vuole seguire le regole, quindi prima la missione, poi il salvataggio di Rin; Obito il suo cuore, perciò prima Rin, la sua amata, poi il resto. Prima di partire dirà al suo compagno: «Nel mondo dei ninja, chi non rispetta le regole e le leggi viene considerato feccia. Però, chi non tiene conto dei propri compagni è feccia della peggior specie». L’Uchiha combatte da solo contro i nemici e sblocca finalmente lo Sharingan; ivi sta per essere colpito mortalmente quando all’improvviso ritorna Kakashi che lo salva compromettendo l’uso del suo occhio sinistro. I due si dirigono a salvare Rin e dopo un combattimento all’ultimo sangue la portano al sicuro: durante la fuga un masso schiaccia metà del corpo di Obito, il quale sul letto di morte dona il suo occhio sinistro al compagno cieco per metà; la giovane appena salvata, abile ninja medico, eseguirà il tutto. «Prometti che proteggerai Rin» sono le sue ultime parole.
Tutti credono che il ragazzo sia morto, ma non è così: un vecchio e stanco Madara Uchiha lo trova e lo cura con le cellule rigeneranti del Primo Hokage, Hashirama Senju, il nina più forte mai esistito. Conoscerà quindi gli Zetsu bianchi, esseri creati a loro volte con le cellule di Hashirama, e proprio uno di loro si unirà ad Obito. Dopo qualche mese Rin e Kakashi cadono vittime di un attacco del Villaggio della Nebbia. Alla kunoichi viene sigillato dentro lo spirito del Sanbi, il demone a tre code, e il Ninja Copiatore è costretto a ucciderla prima che questo spirito demoniaco si scateni a Konoha e distrugga tutto; il loro ex compagno osserverà la scena inconsapevole di quanto appena detto e la rabbia per la promessa non mantenuta dall’amico nonché la morte dell’amata farà risvegliare in lui il Mangekyou Sharingan. Tornato al rifugio Obito accetterà il “progetto dell’occhio lunare” espostogli da Madara in quanto adirato e deluso dai suoi amici e dal mondo degli shinobi.
Qualche anno dopo, durante la nascita di Naruto, il ragazzo – che ora si spaccia per Madara stesso – attacca Kushina, mamma di Naruto e Jinchurikii del demone a nove code. Dopo averne preso il controllo lo scatena contro Konoha e ingaggia una ferocissima battaglia contro il suo maestro, Minato. Quest’ultimo però lo sconfigge utilizzando il Rasengan e si dirige subito a salvare il villaggio sacrificando la sua vita e quella di sua moglie, e sigillando la volpe dentro l’appena nato Naruto.
Tramite lo pseudonimo di Madara, Obito manipola Nagato Uzumaki e la sua organizzazione Alba al punto di convincerlo a catturare tutti i bijuu (demoni a nove code) per poter poi scatenare la Quarta Grande Guerra Ninja. Sotto il nome di Tobi, successivamente, lo stesso entra a far parte dell’Akatsuki, sostituendo il defunto Sasori; con questa tattica riuscirà a catturare tutte le bestie tranne due (l’ottacoda e il novecode) ed entrerà in contatto con Sasuke Uchiha, al quale spiegherà tutta la verità sul suo passato ( ma questa è un’altra storia). Morto Pain per mano di Naruto, il personaggio irromperà nel meeting dei 5 Kage per dichiarare l’inizio della Quarta Grande Guerra. Tobi, o Madara che dir si voglia, infine, ruberà il Rinnegan (massimo potere oculare esistente, appartenente all’eremita delle Sei Vie, raggiunto solo da Madara combinando cellule Uchiha e Senju e impiantato poi a Nagato stesso) dal cadavere di Nagato dopo aver sconfitto Konan e si alleerà con Kabuto, ex discepolo di Orochimaru che ha raggiunto la sennin mode e appreso la tecnica della resurrezione impura.
Tramite questa tecnica appresa da Kabuto e il Rinnegan, allo scoppio della guerra, Obito controlla i Jinchurikii defunti . Dopo diverse battaglie si arriva alla finale: Naruto gli spacca la maschera e Kakashi apprende la verità sulla natura dell’uomo mascherato. Il figlio di Sakumo Hatake è sconvolto e non riesce a credere ai suoi occhi, mentre il suo ex compagno di squadra resta, invece, impassibile e dice a gran voce: «Kakashi, se pensi che abbia dato vita a questa guerra solo per te e per Rin, ti sbagli di grosso! […] Le cose che hanno creato tutte queste circostanze , il sistema degli shinobi, il villaggio, e gli shinobi stessi… ciò che mi causa disperazione è il mondo stesso! Un mondo che è una gigantesca bugia! Guarda! Non c’è niente nel mio cuore! Non sento neanche più il dolore! Non sentirti in colpa Kakashi, questa voragine è stata aperta da questo mondo infernale!». Nel frattempo arriva anche Madara e viene risvegliato il Juubi, demone a dieci code. Il suddetto prova a manipolare Obito facendo in modo che il suo corpo edo-tensei ( perchè resuscitato da Kabuto) diventi vivo grazie al Rinnegan, ma il ragazzo non si lascia sopraffare e assorbe il decacoda assumendo l’aspetto dell’eremita delle sei vie. Sembra tutto perduto ma Naruto e Sasuke riescono sconfiggerlo. Madara rivela a Obito morente che dentro di lui risiede anche una parte di Zetsu nero, incarnante la volontà di lui stesso, e successivamente si impadronisce del suo Rinnegan. Colui che prima diceva «alla fine solo mettendo da parte il ricordo dei tuoi compagni, puoi liberarti e raggiungere la vera felicità in questo mondo» si ritrova morente tra le braccia del suo vecchio team, cioè Kakashi e di Minato, anche lui resuscitato, da Orochimaru però.
Finisce qui l’Obito antagonista, in quanto, dopo questo scontro, passerà dal lato dei suoi ex amici (clicca QUI per sapere cosa accadrà, attenzione SPOILER). L’Uchiha ha una personalità apparentemente forte ma radicalmente debole in quanto si fa facilmente abbindolare da Madara. Solo alla fine capirà qual è il suo vero Nindo; nonostante questo cambio di fronte occupa un ruolo chiave nel Manga: si può dire che i 3/4 di Naruto Shippuden orbitino intorno a lui. Egli ha come potere derivante dallo Sharingan Ipnotico il Kamui, jutsu spazio temporale che gli permette di teletrasportare qualsiasi cosa o persona in una dimensione alternativa da cui è impossibile uscire senza l’occhio stesso. Sa gestire anche le tecniche di fuoco tipiche degli Uchiha e a seguito del Rinnegan è in grado di utilizzare ogni potere del Rikkudou Sennin. È il tipico esempio del “Chi la fa l’aspetti”, manipolato Nagato si fa manipolare da Madara e tutto il male prodotto gli si ritorce contro.
Francesco Raguni
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